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Vacanze "da incubo", l'hotel non è come in foto: il giudice gli dà ragione

Dopo un contenzioso di tre anni, la struttura, un albergo nel Foggiano, dovrà rimborsare al turista la vacanza pagata e non goduta e le spese processuali 

Ansa

Estate. Tempo di vacanza, ma a volte anche di delusione. Come quella che ha vissuto il turista milanese protagonista di questa storia iniziata nel 2018 e finita in tribunale. Partito per una pausa di qualche giorno in Puglia, una volta arrivato nella struttura, l'uomo nota che la piscina e la palestra dell'hotel non assomigliano affatto a quelle in foto su Booking, tanto da decidere di fare ricorso. Dopo quattro anni il tribunale gli dà ragione: la vacanza gli sarà rimborsata per intero.

La vicenda - Nel giugno 2018, l'uomo, un 44enne di Milano, avrebbe dovuto trascorre una vacanza di qualche giorno in hotel a Vieste, nel Foggiano, ma quello che trova, una volta arrivato, è la brutta copia di ciò che aveva visto su Booking, al momento della prenotazione online. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, a deludere le aspettative del turista sono soprattutto alcuni dettagli: la piscina, nulla più di una vasca poco profonda e invece di una vera palestra, una stanza con un solo attrezzo e un tapis roulant sotto il sole.

La reazione della struttura - Così l'uomo, che aveva pagato in anticipo la vacanza, per un totale di 2.250 euro, ha annunciato al titolare dell'hotel l'intenzione di andarsene. Alle sue reazioni, l'albergatore si è limitato a dirgli che avrebbe potuto anche "cambiare aria", ma accettando il rischio di perdere i suoi soldi. Il rimborso sarebbe arrivato infatti solo in caso di nuova prenotazione della sua camera, nel frattempo rimessa su Booking.

La decisione del giudice - Cento euro. Questa è stata la somma offerta come rimborso dalla nota piattaforma e rifiutata dal turista, che però non si è arreso, rivolgendosi alla magistratura. Il contenzioso è andato avanti per tre anni, fino alla decisione del giudice di pace di Milano, Alexia Dulcetta: il turista ha diritto a essere rimborsato dei setti giorni pagati e non goduti, nonché delle spese processuali. 

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