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Omicidio Alika, la madre di Ferlazzo: "Distrutta per la famiglia della vittima, ma mio figlio è malato"

"Mi sconvolge anche l'idea che Filippo rischi l'ergastolo - ha spiegato Ursula Lepore -. Lui non è razzista, è bipolare"

Ansa

"Sono distrutta, come donna e come madre". Così Ursula Loprete, 50 anni, madre di Filippo Claudio Ferlazzo, l'uomo che venerdì a Civitanova Marche ha ucciso a botte un ambulante, Alika Ogorchukwu. "Penso e ripenso - prosegue la donna - che ora c'è un bambino rimasto senza padre a soli 8 anni e a una moglie rimasta senza marito. Ma mi sconvolge anche l'idea che mio figlio Filippo rischia l'ergastolo. Lui non è razzista, è malato, è bipolare e io ho tutti i documenti medici che possono provarlo".

"Dopo il Tso che gli avevo imposto un anno fa - racconta Lepore sulle pagine de "La Stampa" - pensavo non potesse essere più violento". 

"Sapeva che Filippo stava male ma mai avrebbe immaginato un epilogo del genere - prosegue il compagno della donna -. Ora è in atto un'enorme campagna mediatica e si stanno facendo molte speculazioni, ma noi saremo in grado di provare i disturbi psichici di cui soffre da anni a Filippo e tutto l'impegno di sua madre, con ricoveri anche in comunità, per cercare di curarli".

Claudio Giuseppe Ferlazzo, il 32enne che ha pestato a morte l'operaio nigeriano

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Un fermo immagine tratto da un video postato sul profilo Facebook di Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo, l'operaio di 32 anni che venerdì 29 luglio ha pestato a morte l'ambulante nigeriano Alika Ogorchukwu a Civitanova Marche (Macerata).

L'amministratore di sostegno, il Tso e il percorso in comunità - La madre di Ferlazzo era stata infatti nominata "amministratore di sostegno" del figlio, un ruolo che tuttavia non comporterebbe un controllo quotidiano perché, come spiega l'avvocato di Ferlazzo, Roberta Bizzarri, "lui non è interdetto: conserva la capacità d'intendere e di volere con la possibilità di spostarsi liberamente".

Ferlazzo fino al 2016 aveva un'invalidità civile riconosciuta dell'80%, poi era diventata al 100% per un disturbo bipolare di soggetto con personalità borderline. Nel 2021 aveva intrapreso un percorso in una comunità terapeutica di Lecce. Ad aprile si era recato per due volte al pronto soccorso di Civitanova Marche perché si sentiva male: avrebbe dovuto iniziare un percorso farmacologico, ma il 32enne non si è mai presentato all'appuntamento. Era invece rientrato a Salerno per poi tornare in un secondo momento a Civitanova dove conviveva con la compagna e dove, da circa un mese, aveva trovato lavoro come operaio in fonderia.

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