O la reiterazione del bonus di 200 euro o un intervento sull'Iva. È questo il bivio di fronte a cui si trova il governo, impegnato nella realizzazione del Dl aiuti bis. Il ministero dell'Economia sta lavorando proprio in queste ore per valutare le due misure e decidere quale va inserita all'interno del provvedimento, che l'esecutivo vorrebbe varare entro la prima settimana di agosto.
Le ipotesi - Stando alle ultime indicazioni, il decreto dovrebbe contare su risorse intorno ai 10 miliardi di euro, grazie ai quegli 8,5 che arriveranno dall'assestamento di bilancio presentato alle Camere alla fine di giugno. Come accennato, l'asse portante del provvedimento potrà essere o la riconferma del bonus di 200 euro - già nella busta paga di luglio - per i redditi più bassi o l'abbattimento dell'Iva sui generi di prima necessità, e poi la proroga delle misure contro il caro bollette.
Il bivio - Da un lato, per un governo dimissionario impiegato negli affari correnti potrebbe essere più semplice riproporre i 200 euro nelle buste paga, una misura che a luglio ha riguardato oltre 30 milioni di italiani. Il costo, qualora vengano confermate le regole attuali, è noto: 6,8 miliardi. Non si può dire lo stesso per il taglio dell'Iva, che appare più complicato ma necessario per arginare i prezzi sui beni di consumo primari.
Brunetta spinge sul taglio dell'Iva - Proprio sabato, il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta è tornato a sostenere "il taglio dell'Iva sui prodotti alimentari e dei beni di prima necessità", utilizzando l'extragettito. "Mi batterò perché il carrello della spesa di questi prodotti sia lo stesso", ha detto. "Guerra, inflazione, energia sono fatti eccezionali. Quindi il governo - per come è stato concordato anche con il capo dello Stato - avrà i poteri per rispondere ai problemi eccezionali. Avremo tutti i poteri, tranne quello di poter mettere la fiducia", ha aggiunto.
Il dibattito sulle alternative - Se Cgil e Uil preferiscono la via del bonus, la Cisl apre invece al taglio dell'Iva. I sindacati sono però concordi che il vero nodo è quello del caro energia, senza il quale l'inflazione sarebbe già la metà. Su quest'ultimo fronte, è già certo che nel nuovo decreto ci sarà la proroga della misura contro il caro bollette per l'ultimo trimestre dell'anno, che altrimenti scadrebbe il 30 settembre. Non è invece detto che serva inserire nel provvedimento anche la proroga del taglio delle accise, che non necessita di un decreto legge per essere applicata.
Le associazioni dei consumatori - "A parità di stanziamento, più utile un bonus perché ad esempio un taglio limitato ai beni necessari con Iva al 4% rischierebbe di produrre un effetto nullo sulle tasche dei consumatori", sostiene l'Unc. Il Codacons è invece contrario, e chiede al governo interventi strutturali per arginare l'inflazione, che secondo le sue stime costerà alle famiglie quasi 2.500 euro in più nel 2022. Assoutenti si dice "assolutamente favorevole a qualsiasi misura che introduca un taglio dell'Iva sui beni primari come gli alimentari". In ogni caso, mercoledì l'esecutivo si confronterà proprio sul nuovo decreto con sindacati e imprese.