L'intervista

Milano, "la fatina dei peluche" a Tgcom24: "Regalo sorrisi a grandi e piccini contro il degrado del parco"

Rosalba Castoldi, 75 anni, ogni giorno da un paio d'anni, lascia sorprese sulle panchine dello spazio verde della Barona: "Rende felice me e la gente e faccio la mia parte nell'economia del riciclo"

di Gabriella Persiani

Quei peluche seduti sulle panchine del Parco Andrea Campagna (ex Parco Teramo) nel quartiere Barona di Milano hanno un perché. Sociale ed ecologista. A due anni circa dalla loro comparsa, seguendo le tracce lasciate da quella che, dopo la prima sorpresa, era stata ribattezzata in maniera fiabesca la fatina dei pupazzi, si è arrivati a lei, in carne ed ossa, dandole un volto e un nome. Si chiama Rosalba Castoldi, ha 75 anni ed è una ex commerciante nei mercatini. Ogni giorno, con il bel tempo, lascia sorprese sulle panchine sperando che qualcuno, meglio se un bimbo, le porti a casa. "Questa mia iniziativa mi rende felice, faccio contenta le persone e faccio girare l'economia del riciclo", spiega a Tgcom24.

Lei è un Babbo Natale fuori stagione?
"Diciamo di sì, ma come slitta... uso la mia auto. E non ho aiutanti. Vengo qui da sola, quando è bel tempo, quindi tra la primavera e l'autunno, e semino giochi. In qualche modo rendo questo posto periferico più accogliente".

Com'è nata questa idea?
"La verità? Mi annoiavo tutto il giorno a casa da sola, abito in zona da un paio d'anni e un giorno ho deciso di iniziare a frequentare questo parco, che talvolta torna al centro delle cronache cittadine per episodi di degrado. Così ho iniziato a pensare a come migliorare il contesto. Subito ho immaginato qui seduti a popolare prati e viali pupazzi e giocattoli che riempiono la mia cantina e che una volta vendevo ai mercatini delle pulci. Spesso si tratta di peluche di notevole dimensione. Questo è un bel modo per liberare spazio in casa e per regalare sorrisi. Inoltre, così, do una mano anche all'ambiente".

Quanti bimbi ha fatto felici finora?
"Avrò lasciato 300/400 oggetti tra pupazzi e giochi. Ora che le mamme sanno che sono io a regalarli, quando mi vedono mi fermano per ringraziarmi e per dirmi che i loro figli vengono più volentieri a passeggiare e a giocare qui al parco. E c'è anche chi mi fa richieste puntuali: una nonna cerca una bici per la nipotina, perché la sua vecchia due ruote si è fatta piccola. Vedrò di accontentarla. In cambio non voglio niente. Davvero, mi bastano i loro sorrisi di gioia e gratitudine".

Ma quanti pupazzi ha ancora da regalare?
"Prima di crepare, non so se ce la farò a darli via tutti - risponde con una risata trascinante. - Ho speso il mio tempo a lavarli e igienizzarli con cura e non voglio buttarli. Una volta li portavo all'asilo per dare loro una seconda vita. Ora ho trovato quest'altra forma di riciclo. Per questo mi dispiace quando arrivano i cani che li prendono, li squartano, li gettano nella terra. Se riesco a recuperarli, li raccolgo e li ripropongo nella speranza che abbiano un'altra sorte. E non sono solo i bambini ad essere felici per questi regali".

Anche gli adulti?
"Certo, faccio contenti anche i grandi. Per tante mamme ho già lasciato sulle panchine anche presine, frullatori, statuette di ceramica. Persino massaggiatori per piedi. Insomma, faccio contenti proprio tutti. E il mio piacere è ripassare dove ho lasciato un dono e non trovarlo più, immaginandolo in un'altra casa, in buone mani".

Qual è il messaggio finale?
"Resta importante riciclare. Tanti buttano cose ancora valide. Un peccato non poter dare loro una seconda chance".

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