Quei peluche seduti sulle panchine del Parco Andrea Campagna (ex Parco Teramo) nel quartiere Barona di Milano hanno un perché. Sociale ed ecologista. A due anni circa dalla loro comparsa, seguendo le tracce lasciate da quella che, dopo la prima sorpresa, era stata ribattezzata in maniera fiabesca la fatina dei pupazzi, si è arrivati a lei, in carne ed ossa, dandole un volto e un nome. Si chiama Rosalba Castoldi, ha 75 anni ed è una ex commerciante nei mercatini. Ogni giorno, con il bel tempo, lascia sorprese sulle panchine sperando che qualcuno, meglio se un bimbo, le porti a casa. "Questa mia iniziativa mi rende felice, faccio contenta le persone e faccio girare l'economia del riciclo", spiega a Tgcom24.
Lei è un Babbo Natale fuori stagione?
"Diciamo di sì, ma come slitta... uso la mia auto. E non ho aiutanti. Vengo qui da sola, quando è bel tempo, quindi tra la primavera e l'autunno, e semino giochi. In qualche modo rendo questo posto periferico più accogliente".
Com'è nata questa idea?
"La verità? Mi annoiavo tutto il giorno a casa da sola, abito in zona da un paio d'anni e un giorno ho deciso di iniziare a frequentare questo parco, che talvolta torna al centro delle cronache cittadine per episodi di degrado. Così ho iniziato a pensare a come migliorare il contesto. Subito ho immaginato qui seduti a popolare prati e viali pupazzi e giocattoli che riempiono la mia cantina e che una volta vendevo ai mercatini delle pulci. Spesso si tratta di peluche di notevole dimensione. Questo è un bel modo per liberare spazio in casa e per regalare sorrisi. Inoltre, così, do una mano anche all'ambiente".
Quanti bimbi ha fatto felici finora?
"Avrò lasciato 300/400 oggetti tra pupazzi e giochi. Ora che le mamme sanno che sono io a regalarli, quando mi vedono mi fermano per ringraziarmi e per dirmi che i loro figli vengono più volentieri a passeggiare e a giocare qui al parco. E c'è anche chi mi fa richieste puntuali: una nonna cerca una bici per la nipotina, perché la sua vecchia due ruote si è fatta piccola. Vedrò di accontentarla. In cambio non voglio niente. Davvero, mi bastano i loro sorrisi di gioia e gratitudine".
Ma quanti pupazzi ha ancora da regalare?
"Prima di crepare, non so se ce la farò a darli via tutti - risponde con una risata trascinante. - Ho speso il mio tempo a lavarli e igienizzarli con cura e non voglio buttarli. Una volta li portavo all'asilo per dare loro una seconda vita. Ora ho trovato quest'altra forma di riciclo. Per questo mi dispiace quando arrivano i cani che li prendono, li squartano, li gettano nella terra. Se riesco a recuperarli, li raccolgo e li ripropongo nella speranza che abbiano un'altra sorte. E non sono solo i bambini ad essere felici per questi regali".
Anche gli adulti?
"Certo, faccio contenti anche i grandi. Per tante mamme ho già lasciato sulle panchine anche presine, frullatori, statuette di ceramica. Persino massaggiatori per piedi. Insomma, faccio contenti proprio tutti. E il mio piacere è ripassare dove ho lasciato un dono e non trovarlo più, immaginandolo in un'altra casa, in buone mani".
Qual è il messaggio finale?
"Resta importante riciclare. Tanti buttano cose ancora valide. Un peccato non poter dare loro una seconda chance".