La crisi di governo in Italia e l'addio che si profila di Mario Draghi sono in cima alle preoccupazioni dei partner occidentali e delle istituzioni europee in questo momento così complicato, tra la guerra in Ucraina, l'emergenza energia e l'impennata dell'inflazione. "Il balletto degli irresponsabili contro Draghi può provocare una tempesta perfetta", sottolinea Paolo Gentiloni in durissimo tweet, aggiungendo che "ora è tempo di voler bene all'Italia". "Ci aspettano mesi difficili ma siamo un grande Paese", è l'unico messaggio di ottimismo del commissario Ue all'Economia.
Sempre da Bruxelles il Gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo punta il dito contro i "populisti, assieme al partito popolare, che sono i responsabili della crisi", scrive la presidente Iratxe Garcia Perez. La Commissione ufficialmente non commenta, ma rimanda agli stretti legami tra Draghi e Von der Leyen che aveva sottolineato non più tardi di qualche giorno fa.
Anche dagli Stati Uniti, pur senza volere commentare le questioni di politica interna, nel "rispetto" delle decisioni italiane, la Casa Bianca fa sapere che "la partnership con l'Italia è forte e continueremo a collaborare a stretto contatto su una serie di questioni prioritarie, tra le quali il sostegno all'Ucraina contro l'aggressione della Russia". Ma non è un mistero che anche a Washington ci sia ansia per quanto sta accadendo a Roma. Joe Biden, già durante il primo strappo di M5s, aveva sottolineato di nutrire "grande rispetto e considerazione nei confronti di Draghi".
Più diretti sono i media internazionali, nelle cui analisi traspare soprattutto la sensazione che l'Italia stia per compiere un salto nel vuoto silurando un leader forte e apprezzato da tutte le cancellerie alleate. La Bbc rileva come "la terza economia più grande dell'Ue ora sembri destinata a elezioni anticipate", con l'effetto di "ritardare le tanto necessarie riforme, così come l'approvazione del bilancio del prossimo anno". L'emittente britannica ricorda se ce ne fosse bisogno che l'Italia "è il principale destinatario di sovvenzioni e prestiti del Recovery Fund, e la prossima parte di aiuti dipenderà da una serie di riforme".
Secondo Le Monde, "qualunque sia l'esito di questa telenovela politica italiana, l'agenzia di rating Fitch ritiene che sia sintomo di una grande incertezza politica, anche se si evitassero le elezioni anticipate, rendendo ancora più difficili le riforme strutturali e fiscali". E in home page titola: "Mario Draghi ottiene la fiducia del Senato ma il suo governo è prossimo all'implosione dopo le defezioni di tre partiti".
Dagli Usa il Washington Post rileva che quanto è accaduto a Roma "ha posto fine a un periodo di relativa unità politica e destabilizza la terza economia più grande dell'Unione Europea, di cui Draghi era ampiamente considerato un garante, così come della reputazione internazionale del governo. Ma i partiti politici, uno dopo l'altro, oggi hanno deciso che l'Italia sarebbe stata meglio con qualcos'altro".
Mentre nei mercati la possibilità che Draghi vada via "ha riacceso i timori di un'impennata dello spread, che potrebbe rivelarsi esplosiva per l'eurozona".
Mosca provoca: Roma ha fallito, non dia colpe a noi - Ancora scintille tra Roma e Mosca sulla crisi di governo in Italia. "Luigi Di Maio continua a cercare cause esterne ai problemi politici interni del suo Paese, non c'è nulla di nuovo", ha affermato Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, ironizzando ancora una volta sulla destabilizzazione dell'Italia e il presunto ruolo russo. "Noi stessi siamo sbalorditi dal potere della diplomazia russa come risulta dai resoconti dei media italiani", ha detto, aggiungendo: "Più volte i rappresentanti di altri Paesi occidentali hanno cercato di utilizzare trucchi simili, quando non c'era nessuno a cui addossare la colpa dei loro fallimenti in un contesto di crescente malcontento della popolazione".
Le dichiarazioni di Zakharova arrivavano in risposta a quelle del ministro degli Esteri, il quale la scorsa settimana aveva detto che a Mosca si era "brindato" per le dimissioni del premier Mario Draghi. Alle parole della portavoce di Lavrov ha risposto il portavoce del titolare della Farnesina, Giuseppe Marici, che ha denunciato "le continue e gravi ingerenze" da parte del Cremlino nei confronti del governo italiano "ancora prima dell'inizio di questa crisi. Prima con endorsement a una forza politica del nostro Paese e successivamente con ripetute dichiarazioni contro il governo italiano. Appare evidente a tutti quale sia l'obiettivo: provare ad alimentare la propria propaganda in Italia, così da screditare l'azione dell'esecutivo italiano, che sta condannando fermamente l'atroce guerra portata avanti dall'esercito russo in Ucraina, con la morte di centinaia di innocenti".