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West Nile, secondo decesso nel Padovano

Un 77enne di Legnaro era ricoverato all'ospedale di Schiavonia dal 15 luglio con un'encefalite acuta. La situazione da Vercelli a Pescara

agenzia

Il virus West Nile ha fatto la seconda vittima in Veneto, in provincia di Padova. All'ospedale di Schiavonia, è deceduto un anziano di 77 anni, residente a Legnaro, affetto da più patologie, ricoverato dal 15 luglio con un quadro di encefalite da West Nile. Attualmente, il quadro delle encefaliti comprende il paziente deceduto la scorsa settimana a Piove di Sacco (Padova), uno ricoverato sempre a Piove di Sacco in Terapia intensiva, confermato positivo alla West Nile, un terzo paziente ricoverato a Schiavonia, in miglioramento, un quarto in Azienda Ospedaliera a Padova. La situazione da Vercelli a Pescara.

L'attività di monitoraggio ha evidenziato la presenza di due soggetti asintomatici donatori di sangue, positivi alla West Nile. Il Dipartimento di Prevenzione, con la parte veterinaria, registra due cavalli infetti dal virus con sindromi neurologiche.

West Nile, il virus portato dalle zanzare

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Verrà dimesso il paziente di Vercelli - E' ricoverato nel reparto di Malattie Infettive dell'ospedale Sant'Andrea di Vercelli il paziente della provincia sul quale è stato riscontrato uno dei due casi di positività al virus West Nile comunicati dall'Istituto zooprofilattico sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta. Il secondo caso notificato in Piemonte è stato riscontrato in provincia di Novara. Dall'Asl di Vercelli sottolineano che il paziente vercellese è prossimo a essere dimesso.

Piano di monitoraggio della Asl di Pescara - Un piano di monitoraggio per la prevenzione della West Nile Disease, la cosiddetta febbre del Nilo, provocata da un virus che ha come serbatoi uccelli e zanzare, le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all'uomo. E' quello della Asl di Pescara, condotto tramite i Servizi del Dipartimento di Prevenzione, di concerto con l'Istituto Zooprofilattico di Teramo.

In particolare, il controllo del virus avviene attraverso la cattura di zanzare con trappole entomologiche distribuite in luoghi significativi di tutto il territorio della provincia. Le indagini, i campionamenti e gli studi effettuati - fa sapere l'azienda sanitaria - non hanno riscontrato, dal 2018 ad oggi, la circolazione del virus della West Nile Disease nel territorio provinciale. In caso di positività scatteranno immediatamente le misure di intensificazione della lotta agli insetti, oltre che gli alert per i Centri Trasfusionali.

Il direttore dell'Uoc di Sanità Animale, Franco Ruggeri, consiglia di "rendere difficile la vita alle zanzare, applicando le zanzariere alle finestre, ma anche di evitare di lasciare contenitori di qualsiasi genere (secchi, sottovasi, serbatoi, tombini ecc.) con acqua stagnante, luogo ideale per la riproduzione delle zanzare".

I sintomi - Nell'uomo la febbre del Nilo è caratterizzata da uno stato febbrile similinfluenzale, che, in casi gravi, e soprattutto in soggetti immuno compromessi, può arrivare a dare forme di encefaliti gravi potenzialmente mortali. Negli animali è quasi sempre asintomatica, tranne che nei cavalli che, analogamente all'uomo, possono avere forme encefalitiche.

"E' importante rivolgersi con sollecitudine al proprio medico e se necessario alle strutture ospedaliere nel caso compaiano sintomi come forte febbre, mal di testa, disorientamento, intorpidimento, calo della vista - rende noto Marina Munari, direttore della Terapia Intensiva Neurochirurgica dell'Azienda Ospedale Università di Padova. - Una diagnosi tempestiva aumenta la possibilità di cure efficaci, limitando gli effetti del virus; il contagio da West Nile, come molte delle febbri estive, solitamente non comporta particolari rischi. La maggior parte dei pazienti, quattro su cinque, è asintomatico. Uno su cinque sviluppa febbre, cefalea e artralgia, ma in alcuni rari casi può svilupparsi un'encefalite con compromissione del sistema nervoso centrale".

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