Decine di ceste piene di alghe, tirate via da una delle lagune salmastre del Delta Po. È il frutto del lavoro appena iniziato di oltre 1600 produttori locali che a Goro, nel Ferrarese, si sono tuffatti in acqua sotto un sole rovente per salvare la produzione delle vongole. Gli allevamenti sono sempre più a rischio per la presenza di una "massa verde" che soffocherebbe i mitili. Una vera e propria mobilitazione che si è scatenata per l'emergenza siccità in corso.
"Le alghe assorbono ossigeno e con una presenza così massiccia causano anossia e soffocano tutte le forme di vita", ha fatto sapere Fedagripesca - Confcooperative. Le temperature equatoriali e la siccità di queste settimane - secondo quanto hanno spiegato dalla Federazione - hanno fatto aumentare la salinità delle acque della laguna: "È passata dal 22 per mille, ovvero 22 grammi di sale per 1 chilo di acqua, a 30 per mille avvicinandosi molto a quella del mare - hanno precisato gli esperti - Una situazione eccezionale che ha favorito questa proliferazione algale mettendo a repentaglio gli allevamenti di vongole, tra le produzioni ittiche simbolo della zona".
La mobilitazione - Dopo l’agricoltura, con le colture ridotte ai minimi storici, il grido d’allarme adesso riguarda uno dei settori portanti dell’economia del Delta del Po e dell’intera provincia. E così ogni mattina i pescatori locali, in attesa di finanziamenti, escono all'alba con le loro imbarcazioni e, con il rastrello alla mano, raccolgono 100 chili a testa di alghe per un totale di circa 160 mila chili.
Gli altri settori a rischio - Ma a subire le conseguenze dell'emergenza climatica sono anche altre produzioni come cozze e ostriche. È allerta in diverse zone d'Italia come la Laguna di Venezia, Marinetta, Scardovari, Porto Viro e in quella di Orbetello, in provincia di Grosseto. Grido d'allarme anche per i pescatori umbri del lago Trasimeno.