"rotto il patto di fiducia"

Crisi di governo, vertice Berlusconi-Salvini: M5s inaffidabili, escluso un governo con loro e pronti al voto

Oltre mille sindaci aderiscono alla lettera a sostegno di Mario Draghi. Si è svolta l'assemblea dei parlamentari pentastellati

Silvio Berlusconi e Matteo Salvini "confermano che sia da escludere la possibilità di governare ulteriormente con i 5 stelle per la loro incompetenza e la loro inaffidabilità". Per i due leader "le nuove dichiarazioni di Conte - contraddistinte da ultimatum e minacce - confermano la rottura di quel patto di fiducia richiamato giovedì dal presidente Mario Draghi e alla base delle sue dimissioni". Forza Italia e Lega "hanno dunque concordato di attendere l'evoluzione della situazione politica, pronti comunque a sottoporsi anche a brevissima scadenza al giudizio dei cittadini".

In un comunicato si ricorda che "il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi e il segretario della Lega Matteo Salvini hanno avuto un lungo e cordiale incontro in Sardegna a villa Certosa. I leader del centrodestra di governo hanno esaminato e approfondito la situazione politica".

Salvini: "Deciderà Draghi, la Lega farà ciò che serve al Paese" - "In questo Parlamento con centinaia di persone aggrappate alla poltrona si potranno affrontare queste battaglie? La Lega mercoledì in Aula farà solo quelle serve all'Italia e agli italiani. Se questo volesse dire: siete disposti a mollare le vostre poltrone di ministri, viceministri, sottosegretari, deputati e senatori? L'abbiamo dimostrato nel 2019. Non so se si vota a settembre, a ottobre, a dicembre o a marzo, non dipende da noi. Questo casino se lo sono inventato i Cinquestelle e i loro amici del Pd. Deciderà il presidente Draghi nelle prossime ore". Lo ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, durante un comizio a Osio Sopra (Bergamo) successivo all'incontro con Berlusconi.

In precedenza Salvini aveva attaccato M5s e Pd. "Non se ne può più dei teatrini di Conte, Letta, Di Maio, che mentre milioni di italiani hanno problemi passano il tempo a litigare", aveva detto in un video postato su Facebook. "Parlano di droga, di ddl Zan, ma non di tasse, lavoro, sicurezza e lotta all'immigrazione clandestina. Se volete andare avanti altri mesi a litigare e begare, mentre gli italiani soffrono fatevi da parte e conto che siano gli italiani a scegliere presto dei parlamentari seri, onesti, concreti e per bene".

Le reazioni all'aut aut di Conte - Salvini farà il punto con i dirigenti della Lega. Fonti del partito parlano di sconcerto sempre maggiore, anche alla luce delle recenti dichiarazioni di Giuseppe Conte, con l'ennesimo ultimatum al premier Draghi, e del dem Andrea Marcucci secondo il quale "l'alleanza con M5S è finita". E proprio l'aut aut di Conte, che esige "risposte chiare", o il M5s non potrà più "condividere una responsabilità diretta di governo", avvicina la possibilità delle elezioni anticipate. Di Maio accusa Conte di aver lanciato una vendetta politica: "Ancora non si dà pace per non essere riuscito a restare a Palazzo Chigi". Tajani ribadisce: Forza Italia è "favorevole a che il governo continui a lavorare fino al termine della legislatura", ma senza il M5S.

Il "caso" Crippa - Durante l'assemblea congiunta dei gruppi M5s di Camera e Senato, svoltasi via Zoom, alcuni parlamentari hanno chiesto al capogruppo a Montecitorio Davide Crippa di spiegare perché, durante la capigruppo alla Camera, si è tentato di far in modo che Mario Draghi tenga le sue comunicazioni, in programma mercoledì, prima dalla Camera e poi al Senato. Anche Giuseppe Conte ha chiesto di intervenire in assemblea, riferendo di non essere stato informato.

Crippa: "Non si capisce perché non votare la fiducia" - Visto che il M5s ha sempre detto che "non era un voto sulla fiducia, tanto che alla Camera l'ha votata, non si capisce perché non dovrebbe votarla di nuovo", ha dichiarato Crippa durante l'assemblea. Per il capogruppo alla Camera, il M5s deve rimanere dentro il governo per "vedere i decreti, rimediare agli errori, come quelli sul Superbonus, e dare risposte ai cittadini".

Martedì sera Letta incontra deputati e senatori Pd - Martedì alle ore 21:30 è stato annunciato un incontro congiunto di deputati e senatori del Partito democratico con il segretario nazionale Enrico Letta.

Oltre mille sindaci a sostegno di Draghi premier - Intanto ha superato quota mille il numero dei primi cittadini che hanno aderito alla lettera aperta per convincere Mario Draghi a restare al governo, lanciata dai sindaci di Firenze, Venezia, Milano, Genova, Bari, Bergamo, Pesaro, Asti, Torino, Ravenna, Roma. "Noi Sindaci - si legge nella lettera -, chiamati ogni giorno alla difficile gestione e risoluzione dei problemi che affliggono i nostri cittadini, chiediamo a Mario Draghi di andare avanti e spiegare al Parlamento le buoni ragioni che impongono di proseguire l'azione di governo".

Meloni contro i primi cittadini: "Usano le istituzioni senza pudore" - L'appello dei sindaci ha scatenato la dura reazione di Giorgia Meloni. "Mi chiedo se tutti i cittadini rappresentati da Gualtieri, Sala, Nardella o da altri sindaci e presidenti di Regione che si sono espressi in questo senso, condividano l'appello perché un governo e un Parlamento distanti ormai anni luce dall'Italia reale vadano avanti imperterriti, condannando questa Nazione all'immobilismo solo per garantire lo stipendio dei parlamentari e la sinistra al governo. E, indipendentemente da chi li ha votati - dice Meloni -, mi chiedo se sia corretto che questi sindaci e governatori usino le Istituzioni così, senza pudore, come se fossero sezioni di partito".

Nardella: "Da Meloni nervosismo e aggressività, molti firmatari sono del centrodestra" - Alle parole di Giorgia Meloni ha replicato il sindaco di Firenze, Dario Nardella. "L'attacco ai sindaci e ai presidenti di Regione, che sono i politici più vicini ai cittadini, dimostra un certo nervosismo e una certa aggressività da parte dell'onorevole deputata Meloni. Mi dispiace che non noti che tra i firmatari ci sono moltissimi esponenti di centrodestra. Forse Fdi spera di lucrare consensi dal caos istituzionale ed economico del Paese, ma dalla cenere si raccoglie solo cenere".