Caos senza tregua nel trasporto aereo, con l'ennesima domenica nera per chi doveva viaggiare a causa di uno sciopero di quattro ore, dalle 14 alle 18, delle compagnie aeree low cost e dei controllori di volo dell'Enav. Centinaia i voli cancellati in tutta Italia, circa 100 solo a Fiumicino tra arrivi e partenze. Ita Airways ha disdetto 122 voli. Ritardi sul resto della programmazione dei voli in attesa del ritorno alla
piena normalità.
Chi si ferma - Oltre ai più di cento voli cancellati dalla compagnia di bandiera, a fermarsi sono stati anche i controllori di volo dell'Enav (Ente nazionale assistenza al volo), e piloti e assistenti di volo italiani di alcune compagnie low cost, ovvero Ryanair, Malta Air, Easyjet e Volotea. Si è aggiunto a loro il personale di CrewLink, la società irlandese partner di Ryanair nella formazione del personale di cabina. Quattro presidi negli aeroporti di Milano Malpensa, Bergamo Orio al Serio, Pisa e Roma Fiumicino. Lo sciopero del 17 luglio è l'ennesima dimostrazione di un'estate critica per il trasporto aereo, in tutta Europa: si prospetta che nel mese di agosto verranno cancellati circa 16mila voli.
A tutela dei viaggiatori - Per limitare i disagi dei passeggeri, Ita Airways ha attivato un "piano straordinario", inserendo sui primi voli disponibili il maggior numero possibile di viaggiatori coinvolti nelle cancellazioni: il 50% riuscirà a volare domani stesso, per l'altro 50% è stata riprogrammata una soluzione nell'arco dei due giorni a seguire.
Le ragioni - Chiedono condizioni di lavoro migliori i lavoratori in sciopero, in Italia e in Europa. Lo sciopero nazionale degli assistenti al volo dell'Enav è stato indetto per protestare soprattutto contro "il pesante e cronico sotto organico in cui si trova a operare l'Ente soprattutto in questo particolare momento di ripresa del traffico aereo", spiegano i sindacati confederali di categoria che hanno aderito: Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti, e Ugl-Ta e Unica. Inoltre per quanto riguarda i dipendenti Enav, "il contratto di lavoro - spiegano i sindacati - è scaduto da quasi tre anni e la società, anziché negoziare eventuali nuovi istituti normativi con le organizzazioni sindacali, reinterpreta in modo unilaterale e inaccettabile le regole in essere. Le strutture di molti impianti sono fatiscenti e le condizioni di lavoro di molti colleghi risultano al limite della sopportazione".
Dopo l'astensione dal lavoro dell'8 e del 25 giugno scorsi, anche i lavoratori delle quattro low cost e quelli di Crewlink hanno incrociato le braccia rivendicando "condizioni in linea con il contratto nazionale del trasporto aereo", e "la cancellazione dei tagli ai salari introdotti per fronteggiare un periodo di crisi non più attuale". Ma chiedono anche "acqua e cibo per gli equipaggi, spesso impossibilitati a scendere dall'aereo anche per 14 ore consecutive".