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Euro più debole, dollaro più forte: cosa cambia per export, energia e turismo

Una moneta debole rispetto a quella americana potrebbe favorire le esportazioni, ma l'inflazione rischia di limare i vantaggi. Salirebbero inoltre i costi di produzione per le imprese, con conseguente aumento dei prezzi. Tuttavia, più statunitensi sarebbero propensi a passare le vacanze da noi (ma non il contrario)

Afp

Non accadeva dal 2002, l'anno della sua introduzione. In queste ore l'euro è sceso sotto la parità nei confronti del dollaro, per poi recuperare rimanendo però debole. Sulla nostra moneta pesa la crisi energetica a seguito della guerra in Ucraina e il rallentamento economico europeo, che alimenta gli interrogativi sulla capacità della Bce di combattere l'inflazione. E allora, considerato lo stato attuale, è bene chiedersi quali siano le possibili conseguenze per l'export, le materie prime, l'energia e il turismo.

L'export - Come ha ricordato il commissario europeo agli Affari economici Paolo Gentiloni, un euro debole rispetto al dollaro potrebbe rappresentare un vantaggio per l'economia europea, perché "incoraggia la nostra capacità di esportare". I prodotti italiani potrebbero dunque essere più appetibili per il mercato americano, in quanto proposti a prezzi minori.

I dati della Coldiretti - Proprio il 12 luglio la Coldiretti ha annunciato il balzo storico (+19%) delle esportazioni agroalimentari del Made in Italy nel primo quadrimestre del 2022, con un boom nel Regno Unito (+25%) e negli Stati Uniti (+19%). La Germania è il principale mercato di sbocco (in aumento del 12%), seguita dalla Francia (in crescita del 18%). Negativi, invece, i dati relativi alla Cina (-29%) e alla Russia (-14%), dove ad aprile le vendite sono crollate del 58% alla luce dell'invasione in Ucraina.

Energia e materie prime - Lo stesso Gentiloni ritiene però che sia "un errore" pensare che la situazione sia favorevole. L'aumento del prezzo delle materie prime, commerciate in dollari, e dell'energia hanno rafforzato la valuta americana. Insomma, un dollaro più forte potrebbe avere risvolti nefasti sui costi di produzione delle nostre imprese, con un conseguente aumento dei prezzi di vendita.

Il turismo - Un settore che invece potrebbe beneficiare del tasso di cambio è il turismo. Se il potere d'acquisto del dollaro cresce, gli americani saranno più disposti a passare le vacanze in Europa, acquistando anche i nostri beni e servizi. Al contrario, non sarebbe così conveniente per noi passare le vacanze negli Stati Uniti.

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