Dl aiuti, M5s conferma il suo no: "Fuori dall'Aula e astensione" | Attesa ufficialità di Conte
Terminato il Consiglio nazionale del Movimento, più vicina la crisi di governo. In serata telefonata tra il presidente pentastellato e il premier Draghi
Il Movimento 5 Stelle va verso la decisione di lasciare l'Aula del Senato al momento del voto di fiducia sul dl Aiuti. E' quanto filtra da fonti parlamentari dopo la riunione del Consiglio nazionale dei Cinquestelle che si è tenuta nella sede di Campo Marzio, a Roma, alla presenza del presidente Giuseppe Conte.
Telefonata Draghi-Conte non sulla fiducia al governo - Durante una pausa del Consiglio nazionale c'è stata una telefonata fra il leader del M5s Giuseppe Conte e il premier Mario Draghi. E' stata una chiamata interlocutoria. Secondo quanto si apprende il leader M5S avrebbe riferito al premier che il Movimento non ha ancora preso una decisione sul comportamento da tenere al Senato sul voto di fiducia al decreto Aiuti. I due, viene riferito, hanno poi avuto una conversazione sull'agenda di Governo, sul merito dei singoli punti e su alcuni necessari approfondimenti.
Draghi ha ribadito la sua posizione. "Ho già detto che per me non c'è un governo senza M5s e non c'è un governo Draghi altro che l'attuale, questa è la situazione". Il premier ha poi aggiunto che "un esecutivo con un ultimatum non lavora e non ha senso".
M5s non vota dl Aiuti ma resta al governo? - Dalle indiscrezioni, la linea che si sta valutando all'interno del M5s sarebbe quella di uscire dall'Aula del Senato giovedì in occasione del voto di fiducia sul dl Aiuti, pur mantenendo la presenza all'interno del governo. La parte più oltranzista del Movimento avrebbe spinto, tuttavia, per uscire definitivamente dall'esecutivo.
Di Maio: "Nel M5s tanti contro linea dell'irresponsabilità" - Sulla tensione governo-M5s, è intervenuto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. "Giovedì in aula si volta al Senato il decreto aiuti, che vale circa 15 miliardi, se una forza politica fa saltare tutto, significa voltare le spalle al Paese - ha detto senza mezzi termini -. Non vorrei che ci fosse un nuovo Papeete", che sarebbe molto più grave perché "allora eravamo in tempo di pace". Il ministro ha sottolineato anche che "nel M5s c'è un'ampia parte di parlamentari che non condivide questa linea di irresponsabilità di colpire il governo in questo momento. C'è un'ampia parte del Movimento contraria" a sfiduciare il governo.
Renzi: "Meglio la crisi rispetto a questa tarantella" - "Il governo non può andare avanti come negli ultimi due mesi, "se così deve essere, meglio la crisi", ha dichiarato invece il leader di Italia Viva Matteo Renzi in un'intervista a Il Giorno. "Per come si sono messe le cose, le opzioni realisticamente sul tavolo sono tre", ha spiegato Renzi: la prima è che il M5S "torni in squadra", anche se, secondo il senatore di Iv sarebbe un'opzione illogica, la seconda è un "Draghi bis", la terza è quella delle elezioni anticipate. "Penso sempre che le elezioni debbano arrivare alla scadenza naturale, ma se dobbiamo andare avanti con questa tarantella, meglio andare a votare", ha affermato Renzi, evidenziando però che "la cosa migliore sarebbe un Draghi bis, tecnico o politico, e senza i Cinque stelle". "L'importante è non perdere tempo e che Draghi non perda la faccia", ha aggiunto il senatore.
Salvini: "Se il M5s non vota si va alle elezioni" - "Se il governo fa le cose va avanti, se va avanti con ricattini e litigi no. Io prendo per buone le parole di Draghi quando ha detto che non governa senza il M5S. Se i 5S non vota un decreto della maggioranza, fine, parola agli italiani. Si va a votare". Questo il commento del segretario della Lega, Matteo Salvini, nel corso della presentazione alla Camera del dipartimento Eventi Emergenziali e Protezione Civile del partito. "Se vanno avanti così mi pare che la strada sia segnata, lasciamo perdere altre robe strane", ha detto ancora.
Letta: "Paradossale mettere a rischio il governo ora" - "L'Italia ha bisogno di un governo, non di precipitare a elezioni a ferragosto", ha detto il segretario del Pd Enrico Letta all'assemblea congiunta dei gruppi parlamentari Dem nella sala della Regina a Montecitorio. "Nel momento in cui il governo mette al centro della sua azione la lotta alla precarietà credo sarebbe paradossale mettere in crisi l'esecutivo - ha aggiunto -. Lo dico con forza a chi pone questioni e chiede una svolta. Noi la svolta l'abbiamo vista martedì, con la possibilità che nei prossimi 9 mesi il governo risponda con risposte particolarmente efficaci. Quando abbiamo detto 'il governo deve andare avanti e noi lo sosteniamo fino alla fine delle legislatura' non lo abbiamo detto solo noi. Martedì ho visto Salvini e Berlusconi: lo diciamo sommessamente, non è che se per ripicca M5s fa cadere il governo non si va al voto. E' nelle cose, lo hanno detto Salvini e Berlusconi. Il governo ha bisogno di una maggioranza, e lo diciamo a tutte le forze politiche".
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