Il realismo, tratto distintivo dello stile di Giorgio Armani, sempre filtrato dalla sua visione personale e interpretato attraverso un’arte raffinata, percorre una collezione che nasce dal bisogno di dare nuovo spazio allo scintillio, alla frivolezza, offrendo una via di fuga nel sogno e nella creatività.
Come era stato negli anni ’20. E l’estetica di quella decade riverbera, distillata con ineffabile capacità di sintesi, nella figura di una donna volitiva, indipendente e brillante: pétillante, come fu Tamara de Lempicka. Echi della sua eleganza ribelle si respirano nel succedersi di silhouettes ora asciutte e lineari, ora vaporose ed evanescenti, e nel modo sempre personale di portarle. Le giacche sofisticate e allungate sono percorse da fitti ricami; i pantaloni descrivono volumi curvilinei per poi chiudersi alla caviglia; i lunghi abiti senza spalline sono quasi impalpabili e brillanti. Richiami all’Oriente si moltiplicano sulle superfici e nei dettagli, mentre i motivi optical dei completi da giorno sono rotti da sprazzi di colore vivace che accendono la palette di bianchi, neri e blu con punte di azzurri e rosa intensi. La luce rifratta dai ricami pervade tutto in un magico movimento persistente che è un messaggio di pura energia femminile.
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