Test Invalsi: uno studente su due è insufficiente in italiano e matematica
Il ritorno alla didattica in presenza non è bastato ai maturandi. La pandemia ha peggiorato il divario tra Nord e Sud e i risultati cambiano a seconda della classe
I risultati delle prove Invalsi 2022 mostrano una situazione educativa catastrofica. Il 50% degli studenti è insufficiente sia in matematica che in italiano. La pandemia, con le lezioni a singhiozzo e le ore in Dad, ha peggiorato una situazione che già esisteva nel nostro Paese. E ora, dopo 13 anni di scuola "ben 40mila diplomati rischiano di non avere la formazione minima per le funzioni necessarie a questo Paese" denuncia il presidente di Invalsi, Roberto Ricci.
A due anni dall'inizio della pandemia, il divario nel livello di preparazione tra gli studenti, è molto più netto. I ragazzi fanno più fatica a recuperare le differenze fra Nord e Sud, tra scuole del centro e di periferia, sezioni buone e sezioni scadenti. Alcuni Istituti, soprattutto al Sud, esasperano la situazione di partenza viene esasperata, componendo sezioni in base al rendimento degli alunni: alle classi migliori vengono affidati i professori più bravi.
In matematica, in particolare, gli studenti scontano, come lo definisce lo stesso Ricci, "il problema della scarsa disponibilità di professori di materie scientifiche. Questo porta a un approccio didattico differente tra le classi e opportunità diverse per i ragazzi". Al Sud gli allievi con la preparazione necessaria sono in numero minore rispetto agli altri: solo quattro su dieci in Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna. Il 54% degli studenti di scuola superiore raggiunge la sufficienza, contro il 62% prima del Covid. Il record in negativo va alla Sardegna. Anche l'italiano non va meglio, la quota si ferma al 52%.
La scuola del 2022 si conferma un flop come ascensore sociale. L'origine socioculturale delle famiglie è determinante per il raggiungimento di risultati eccellenti. Uno studente su cinque tra quelli provenienti da famiglie più avvantaggiate ha il doppio della possibilità di ottenere una buona preparazione. Gli studenti cosiddetti "fragili", cioè insufficienti in italiano, matematica e inglese, sono il 12% di origine socioculturale svantaggiata e per il 5,6% provenienti da famiglie abbienti.
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Ad aggiungersi a questo quadro preoccupante, la "dispersione implicita", che riguarda coloro che terminano il loro percorso scolastico senza aver acquisito le competenze fondamentali in nessuna delle tre materie monitorate dall'Invalsi (italiano, matematica e inglese), rimane molto elevata in alcune regioni tra cui: Campania, Sardegna, Calabria, Sicilia, Basilicata, Puglia, Abruzzo, e Lazio. Questi studenti hanno limitate prospettive d'inserimento nella società, molto simili a quelle di chi è rimasto vittima della dispersione vera e propria, cioè di coloro che si sono fermati al diploma di terza media.
Secondo il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, però, tornare in presenza ci ha permesso di frenare la caduta. "Ci vuole tempo -dice Bianchi- una pandemia così totale, non conclusa e così permeante ha lasciato delle cicatrici, ma il sistema esprime una volontà di reazione". Sulla stessa linea il presidente Ricci: "la scuola ha ripreso il suo cammino, è stato importante tornare in presenza", ma avverte, "il percorso è tutt’altro che semplice e ancora non si vede la luce, perché le differenze di preparazione hanno cause che vengono da lontano".
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