Tragedia della Marmolada, recuperato il decimo corpo e identificate altre due vittime | Rimane un disperso
Due dei feriti sono ancora gravi. L'Unione europea si dice "pronta a coordinare l'assistenza in caso di richiesta dell'Italia"
"Il bilancio di questa tragedia è pressoché definito: ci sono undici persone tra i deceduti e i dispersi". Così il presidente del Veneto, Luca Zaia, sulla valanga che ha travolto alcuni escursionisti sulla Marmolada. "Dei feriti, sette (tre dei quali in Veneto) sono ancora in ospedale e un paio sono gravi", ha aggiunto Zaia. I soccorritori intanto hanno recuperato i resti della decima vittima. Resta così un solo disperso. "Rispetto ai numeri di mercoledì - ha aggiunto il presidente della provincia di Trento, Maurizio Fugatti - la novità è che due vittime sono state riconosciute, si tratta di due cittadini della Repubblica Ceca".
Strage Marmolada, Mario Draghi e Luca Zaia a Canazei dopo la tragedia
Il presidente del Veneto è a Canazei per partecipare alla task force che sta coordinando le ricerche degli alpinisti ancora dispersi. "Lassù ci sono ancora delle persone, andremo avanti. Dobbiamo fare tutto il possibile e ancora di più per riportarli a casa”, ha detto. Poi ha spiegato che la Regione è al lavoro per elaborare "un provvedimento assieme alla provincia di Trento di chiusura in salvaguardia di tutta quell'area, ovviamente quella che è stata teatro della tragedia".
L'Unione europea, per bocca del vice presidente della Commissione Ue, Maros Sefcovic, si dice disponibile a dare una mano. "I tragici eventi a Marmolada sono l'ultimo esempio del rischio di disastri causati dal cambiamento climatico. Il centro europeo di coordinamento delle emergenze sta monitorando la situazione" e "siamo pronti a coordinare l'assistenza Ue in caso di richiesta dell'Italia", ha dichiarato Sefcovic, nel corso del suo intervento al dibattito sulla siccità all'Eurocamera.
Intanto, i ricercatori del Gruppo di lavoro glaciologico-geofisico per le ricerche sulla Marmolada, che da vent'anni studiano il ghiacciaio, coordinati da Aldino Bondesan, dell'Universita' di Padova, responsabile del Comitato Glaciologico Italiano (Cgi), evidenziano che prima del crollo di domenica, sulla montagna regina delle Dolomiti "non si sono osservati dei segnali evidenti di un collasso imminente. Salvo rarissimi casi, nei ghiacciai, a differenza delle frane, non vi sono sistemi di allerta che misurano movimenti e deformazioni in tempo reale".
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