I fratelli Bianchi, condannati all'ergastolo per l'omicidio di Willy Duarte, non sconteranno più la pena nello stesso carcere. Solo il maggiore, Gabriele, resterà nel penitenziario romano di Rebibbia, dove ha iniziato a lavorare da volontario, come "aiuto scrivania spesa", ovvero come figura di sostegno all'amministrazione; il carcere riferisce un comportamento corretto. Marco è invece già in via di trasferimento.
L'ultimo abbraccio - Come anticipato dal Corriere della Sera, l'abbraccio che i due fratelli si sono scambiati dopo la sentenza, per ora sarà l'ultimo. Per i "gemelli" (così li chiamavano gli amici), appassionati di MMA, l'arte marziale che usavano per le loro "spedizioni punitive", quell'ultimo contatto fisico è stato affettuoso, lungo e commosso. Poi hanno gridato e imprecato quando gli agenti li hanno portati via dal tribunale, si sono ribellati fino alla fine. Adesso dovranno vedersela, soli, senza poter trovare sostegno l'uno sull'altro.
Le minacce e gli insulti dopo l'arresto- Subito dopo essere stati arrestati, i due fratelli sono stati minacciati e insultati dagli altri detenuti, secondo quanto da loro riferito nei colloqui in carcere. A confermarlo anche le intercettazioni. Gabriele, aveva dichiarato al terzo fratello che era andato a trovarlo: "Marco sta sempre da solo, si fa i capelli da solo, cucina da solo, lava da solo, lo chiamano "infame". Ci stanno i bravi e ci stanno quelli non bravi".
Secondo le ricostruzioni, alcuni detenuti avrebbero sputato loro addosso e nei loro piatti, altri avrebbero messo un chiodo nel dentifricio di entrambi.