Strage Marmolada, la testimonianza di un soccorritore: "Le ricerche restano difficili"
"Per trovare i dispersi potrebbero volerci settimane", racconta il capostazione del Soccorso Alpino in collegamento con "Morning News"
Sulla Marmolada sono riprese le ricerche dei tredici dispersi dopo il distacco del serracco che domenica 3 luglio ha travolto gli alpinisti che stavano salendo in vetta. "Oggi porteremo in quota i piloti dei droni, per tentare di geolocalizzare quello che il ghiaccio pian piano ci farà scoprire", ha spiegato il capostazione del Soccorso Alpino, Stefano Cotter, in collegamento con "Morning News", aggiungendo di aver messo in atto con la Guardia di Finanza anche un nuovo sistema di intercettazione dei cellulari.
Quindi prosegue: "Sicuramente non c'è una tempistica per ritrovare i dispersi, ma penso che ci vorranno alcune settimane perché bisognerà aspettare lo scioglimento del ghiaccio che è caduto e si è depositato sulla parte rocciosa della montagna. Inoltre non si può escludere che alcune persone siano state sepolte dal ghiaccio nei crepacci che si trovano nella parte alta".
La trasmissione condotta da Simona Branchetti si è infine soffermata su eventuali nuovi crolli che al momento non si possono affatto escludere, spiegando che verrà allestita una stazione radar per capire i movimenti del ghiacciaio nei prossimi giorni e garantire ai soccorritori di muoversi in sicurezza.
Oltre ai tredici dispersi, la tragedia ha già fatto registrare sette vittime accertate, identificate e formalmente riconosciute dai parenti: si tratta del ventisettenne Filippo Bari, salito in vista della cordata del Cai sul Monte Rosa, e dei vicentini Tommaso Carollo e Paolo Dani, rispettivamente di 48 e 52 anni.
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