Atari: la prima regina delle console compie 50 anni
Celebriamo lo storico marchio statunitense che diede vita a tanti giochi e all’Atari 2600
Appena qualche giorno fa, il 27 giugno, uno dei più storici marchi in ambito di videogame ha compiuto la veneranda età di 50 anni. Correva infatti l’anno 1972 quando a New York Nolan Bushnell e Ted Dabney fondarono Atari, una delle primissime società statunitensi a occuparsi di divertimento elettronico.
Agli albori il marchio di Atari si lega indissolubilmente a quel Pong ideato da Allan Alcorn che rappresenta il primo successo in termini di videogame “da sala”. Le racchettine monocromatiche di Pong sono un importante punto di svolta per il nostro hobby di videogiocatori, specialmente considerando che sia Atari che numerosi competitor spuntati come funghi portano il gioco - e decine di sue varianti - sui televisori di casa grazie a piccole console dedicate.
La vera svolta arriva però con l’idea di creare un sistema per videogame che non fosse legato a un singolo gioco ma che permettesse di avviarne diversi a seconda della “cartuccia” inserita: dopo Magnavox e Fairchild che sperimentano questa idea con risultati altalenanti è proprio Atari, col suo progetto “Stella” a dare vita a una delle console per videogame più famose della storia: è il 1977 e arriva nei negozi statunitensi Atari VCS, con i suoi due joystick mono-pulsante inclusi nella confezione e con ben otto videogame da comprare separatamente.
Da noi giungerà qualche anno più tardi col nome di Atari 2600, un dispositivo da connettere al televisore che porta nelle case dei nei-videogiocatori grafica di buona qualità e soprattutto numerose esperienze “arcade” che in quegli anni spopolano in sala giochi. Pac-Man, Asteroids, Space Invaders, Centipede e Pole Position sono solo alcuni dei giochi che sono disponibili su Atari 2600 in conversioni più o meno riuscite, alcune delle quali (come Space Invaders, oggetto del primo contratto di pubblicazione su licenza) capaci di vendere più di cinque milioni di copie, una cifra incredibile se si pensa alla scarsa diffusione dei videogame nei primi anni ‘80. Non solo: Atari 2600 diventa anche casa di alcuni importanti videogame nati proprio con l’utenza domestica in mente. Ecco dunque storici capisaldi come Adventure o Pitfall!, esperienze più complesse e articolate dei classici giochi “da sala” che di fatto hanno formato la spina dorsale del videogame moderno.
Al fine del suo ciclo vitale, Atari 2600 vende più di trenta milioni di pezzi, distanziando la concorrenza di Intellivision o Colecovision - società che commercializzano console più potenti ed elaborate - e diventando di fatto la regina delle console dei primi anni ‘80. Anche in Italia Atari 2600 ha un buon successo e lo slogan “Atari, Magari!” diventa un po’ un tormentone tra i videogiocatori, spinto anche da una campagna pubblicitaria abbastanza martellante.
Uno slancio di successo che Atari fatica purtroppo a mantenere: le console successive come Atari 7800 e Jaguar non raggiungono il successo sperato e anche l’avveniristica console portatile Lynx rimane indietro come vendite rispetto alle concorrenti Game Gear e soprattutto Game Boy. Nel frattempo importanti società come SEGA e Nintendo si lanciano sul mercato, facendolo praticamente proprio.
Atari trova un discreto successo in ambito di personal computer con la gamma di Atari ST commercializzata nel 1985 ma ben presto smette di produrre hardware, cambia proprietari e diventa una software house che si dedica - con alterne fortune - a pubblicare videogame. Solo di recente Atari sembra aver rialzato la testa, proponendo nuove versioni dei suoi classici - come Missile Command e Pong - in versione aggiornata (nella gamma “Recharged”, disponibile per PC e console) mentre si appresta a festeggiare i suoi primi cinquant’anni con Atari 50, una massiccia raccolta di circa 90 giochi e contenuti speciali che uscirà entro fine anno (per ora in formato PC, ma l’uscita su console sembra molto probabile). Che questo cinquantesimo compleanno sia l’occasione per un marchio così storico di tornare sotto i riflettori col ruolo di protagonista?
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