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Giappone, in un'azienda su quattro si continua a lavorare anche oltre i 70 anni

Nel Paese con un'aspettativa di vita tra le più alte al mondo, il tasso di natalità continua a ridursi e le aziende non hanno nuovo personale da assumere

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In Giappone più di un'azienda su quattro permette ai propri dipendenti di lavorare oltre i 70 anni. La scelta di non mandare in pensione il personale più anziano non è il risultato di una strategia aziendale, al contrario è conseguenza di una mancanza sempre più allarmante di nuovo personale. Si tratta di una tendenza che è andata a consolidarsi negli anni a causa del declino delle nascite nel Paese, a partire dal baby boom del secondo dopoguerra fino a oggi. Ora la conferma di un'indagine governativa condotta dal ministero del Lavoro.

La ricerca - Su 230mila società nipponiche intervistate - tutte con più di 21 impiegati al giugno dello scorso anno -, il 25,6% ha affermato di aver introdotto sistemi per consentire ai propri dipendenti di lavorare anche oltre i 70 anni. Il 20% delle aziende interpellate ha invece detto che non applica linee di condotta rigorose per gli occupati, che quindi possono scegliere in autonomia di continuare le loro attività lavorative anche una volta raggiunta l'età pensionistica. Il 4% ha abolito qualsiasi obbligo di scelta, e il 2% ha invece aumentato i limiti di età prima della pensione. D'altronde anche dal punto di vista giuridico quelle appena descritte sono considerate operazioni del tutto legali. Anzi proprio nell'aprile 2021 è stata emanata una legge che chiede alle aziende di fare il possibile per tenere al proprio interno i dipendenti almeno fino all'età di 70 anni. Cinque anni in più rispetto all'età pensionabile nel Paese, fissata al raggiungimento dei 65 anni.

Un quadro in peggioramento - Secondo una ricerca dell'Istituto nazionale della popolazione e della sicurezza sociale, entro il 2053 i giapponesi saranno meno di 100 milioni, rispetto ai circa 125 milioni nel 2021. Di pari passo con la riduzione della natalità cresce l'innalzamento dell'età media dei cittadini: gli anziani rappresenteranno il 30% della popolazione complessiva nel 2025, e il 35,3% nel 2040. Secondo i dati dell'Organizzazione mondiale della sanità, il Paese del Sol Levante gode della più alta aspettativa di vita al mondo, pari a 84,3 anni, tre anni in più rispetto alla media Ocse. In Italia, che pure è al quarto posto nella classifica dei Paesi Ocse, l'aspettativa di vita media non va oltre gli 82,8 anni.

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