Alta tensione in Libia. Un gruppo di manifestanti ha preso d'assalto l'edificio che ospita il Parlamento a Tobruk, per protestare contro il deterioramento delle condizioni di vita e dello stallo politico. Diverse stazioni televisive hanno affermato che i manifestanti sono entrati nell'edificio e hanno compiuto saccheggi. Le immagini hanno mostrato spesse colonne di fumo nero che si alzavano dal perimetro dell'edificio dopo che giovani manifestanti hanno bruciato pneumatici. Secondo altri report, all'interno dell'edificio sono stati bruciati documenti.
Venerdì pomeriggio sono state organizzate manifestazioni nelle città di Misurata e Tobruk, in coincidenza con un analogo corteo a Tripoli, per denunciare il deterioramento delle condizioni di vita, per protestare contro le forze politiche che paralizzano il Paese e per invocare elezioni il prima possibile, ha riferito al Wasat.
Immediata la reazione del premier libico sostenuto dalla comunità internazionale Abdel Hamid Dbeibah, che ha chiesto a tutti gli organi politici, compreso il suo governo, di dimettersi e di andare a elezioni. "Aggiungo la mia voce ai manifestanti in tutto il paese: tutti gli organi politici devono dimettersi, compreso il governo, e non c'e' modo per farlo se non attraverso le elezioni" ha scritto Dbeibah su twitter, aggiungendo che "sono noti coloro che ostacolano le elezioni e l'approvazione del bilancio".
I manifestanti a Misurata e Tobruk hanno denunciato in particolare la crisi delle interruzioni di corrente che sono peggiorate di recente senza che i governi che si sono succeduti siano riusciti a trovare una soluzione. A Tobruk decine di giovani si sono radunati davanti all'edificio della Camera dei Rappresentanti, nella parte orientale della città, e hanno dato fuoco ai pneumatici.
SPARI A TRIPOLI PER DISPERDERE I MANIFESTANTI Colpi di arma da fuoco sono stati esplosi dalle forze di sicurezza libiche per allontanare i dimostranti che si sono riuniti davanti la sede del primo ministro nella capitale della Libia, Tripoli. I manifestanti, qualche decina, hanno bloccato alcune auto davanti al quartier generale del capo del governo, Abdulhamid Dabaiba, lamentando le cattive condizioni in cui versa la popolazione libica e scandendo slogan come "Libia! Libia!" e "No, no ai battaglioni!".