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Siccità, Anbi: "La grande sete adesso riguarda il Centro"

L'allarme riguarda soprattutto le Marche, "dove ormai si rischia il razionamento degli approvvigionamenti idrici"

Ansa

Secondo l'Osservatorio Anbi, dopo le piogge dei giorni scorsi, che pur non hanno allentato la morsa sul bacino padano, l'epicentro della siccità si sposta e si estende verso il centro Italia. In particolare l'allarme riguarda le Marche, "dove ormai si rischia il razionamento degli approvvigionamenti idrici". In Toscana il 90% del territorio è in una condizione di siccità estrema e lo stato della risorsa idrica nel Lazio "è drammatico". 

A soffrire maggiormente nelle Marche sono le zone di Ascoli Piceno e Fermo, per la perdurante assenza dell'80% delle piogge; i volumi d'acqua, trattenuti negli invasi, calano di un milione di metri cubi a settimana per riuscire a dissetare le campagne e tutti i fiumi hanno portate inferiori alle annate scorse (record storico negativo per il livello del Sentino: -38 centimetri).

In Toscana il Bisenzio ha 0,30 metri cubi di portata al secondo contro una media di 2,42 mc/sec) e l'Ombrone è oramai trasformato in un rigagnolo da 500 litri al secondo, quando il Deflusso Minimo Vitale è indicato in 2 mc/sec. Nel Lazio l'Aniene è praticamente dimezzato rispetto alla portata media, il Tevere registra livelli più bassi anche del 'siccitosissimo' 2017, Liri e Sacco segnano il dato più basso in anni recenti, il lago di Nemi è di oltre un metro più basso del 2021 e Bracciano è a -32 centimetri dal livello dello scorso anno.

In Campania, tutti i fiumi sono in deficit rispetto allo scorso anno (portata odierna del Liri-Garigliano: 36 mc/sec 36; nel 2021: 100 mc/sec), mentre in Abruzzo è la zona di Chieti a soffrire maggiormente per la mancanza d'acqua. Al Sud sono le temperature particolarmente alte di aria e mare a caratterizzare il periodo: ne sono evidente conseguenza gli oltre 11 milioni di metri cubi d'acqua, prelevati in una settimana dagli invasi della Basilicata, le cui disponibilità idriche stanno segnando un deficit di circa 37 milioni di metri cubi sull'anno scorso. Resta, invece, ancora positivo il bilancio dei principali bacini pugliesi, nonostante un prelievo settimanale superiore ai 14 milioni di metri cubi.

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