Anche le api finiscono in lockdown, ma stavolta il coronavirus non c'entra nulla. In Australia milioni di questi insetti sono stati "confinati" in una zona di biosicurezza per evitare il contatto con il parassita Varroa destructor, in grado di sterminarli. È la prima volta che quest'acaro viene scoperto in Oceania, l'unico continente finora risparmiato dalla piaga. Secondo gli esperti, il Varroa rappresenta la più grande minaccia per le api di tutto il mondo.
Le zone rosse - Come riporta la Bbc, il parassita è stato scovato la scorsa settimana in un porto vicino Sydney, ma la sua diffusione è stata così repentina da essere trovato in breve tempo in arnie fino a 100 chilometri di distanza. Particolarmente infestate sono sette diverse località del New South Wales, zona est del Paese. Le autorità locali sono quindi corse al riparo, ordinando la distruzione di ogni arnia in un raggio di 10 chilometri dalle aree colpite e il costante monitoraggio di quelle a 25 chilometri. Il lockdown introduce poi una "zona rossa" in cui gli apicoltori non possono spostare alveari e favi fino a nuova comunicazione.
Gli effetti - Il famigerato parassita si attacca al corpo dell'ape, ne succhia l'emolinfa - che svolge funzioni simili a quelle del sangue nei vertebrati - e può anche trasmettere virus letali. Quanto è più grande l'infestazione, tanto più è inevitabile la morte della colonia. Il Varroa destructor, di riflesso, causa seri danni all'industria del miele. In Australia, poi, un terzo della produzione alimentare è basata proprio sull'impollinazione delle api.