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Siccità, dal lavaggio dei piatti con l'acqua della pasta alle lavatrici a pieno carico: le ordinanze più originali

Vietato pulire la macchina, la moto o la bicicletta tra le 8 di mattina e le 21 di sera. Ma anche innaffiare orti, giardini, e piante

Mentre il caldo estremo e la siccità continuano a colpire il nostro Paese, le misure più originali per contrastare lo spreco di acqua spuntano un po’ in tutta Italia.

ATERSIR, l’Agenzia Territoriale dell'Emilia Romagna per i Servizi Idrici e Rifiuti, ha scritto un’ordinanza che prevede per tutti i comuni della Regione il divieto di usi extra-domestici dell’acqua. Tradotto: vietato lavare l'auto, la moto o la bicicletta tra le 8 di mattina e le 21 di sera. Ma anche innaffiare orti, giardini, e piante, per le quali si consiglia di riutilizzare l’acqua con cui si lava frutta e verdura. Chi infrange il provvedimento potrebbe ricevere multe da 25 a 500 euro. Le restrizioni dovrebbero terminare il 21 settembre, alla fine dell’estate. 

Intanto, anche il Comune di Bologna ha diffuso un decalogo per ridurre lo spreco d’acqua: oltre ai divieti già elencati, si consiglia di fare lavatrici solo a basse temperature e a pieno carico.  

Prati, giardini e piscine finiscono nel mirino delle ordinanze di molti altri comuni italiani. Da Voghera a Parma, Padova, Perugia, Vicenza, Pistoia, Padova, Spoleto, Reggello, Reggio Emilia: l’acqua potabile deve servire solo a usi alimentari o igienico-sanitari.

C’è poi il Comune di Pergine Valsugana, nella provincia autonoma di Trento, dove le piante si possono innaffiare, ma solo con innaffiatoi manuali da massimo 12 litri. A Imperia, invece, i cittadini hanno un consumo massimo giornaliero: se esagerano, il servizio viene interrotto. A Cogoleto, in provincia di Genova, l’ordinanza prevede che non si possa fare la doccia in spiaggia.

Si apre poi il capitolo delle fontanelle pubbliche: a Milano il sindaco Beppe Sala ha chiuso tutte le fontanelle pubbliche. Una decisione che si rincorre simile in molti altri comuni della Penisola: da Mantova a Montesilvano, in Abruzzo, passando per Sulmona e Levico Terme, in provincia di Trento. In modo meno radicale, altre amministrazioni hanno invece scelto di ridurre il flusso d’acqua delle fontane: è il caso di Cingoli, nelle Marche, e di Trento.

Infine, ci sono comuni che per contrastare la crisi idrica ricorrono anche all'antica saggezza popolare: è il caso di San Severino, che consiglia ai cittadini di lavare a mano piatti e bicchieri con l'acqua di cottura della pasta, che grazie all'amido ha un forte potere sgrassante. 
 

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