Mozziconi di sigarette, involucri per alimenti, bottiglie e tappi di plastica, sacchetti e lattine: sono questi le principali fonti di inquinamento che minacciano, oltre all'ambiente, anche l'economia del Mediterraneo. Sono circa 250 miliardi le microparticelle di plastica che galleggiano nel Mare Nostrum. Si stima che il danno annuale della presenza di detriti in mare per il settore della pesca nell'Ue sia di circa 61,7 milioni di euro.
A tracciare il preoccupante scenario dell'inquinamento nel Mediterraneo � un nuovo rapporto del Centro comune di ricerca della Commissione europea. La relazione conferma "che gli oggetti di plastica hanno il pi� alto impatto dannoso diretto e indiretto". Cos� ogni anno milioni di specie che vivono negli oceani sono "debilitati, mutilati e uccisi dai rifiuti marini".
Minaccia per ecosistema ed economia - La spazzatura in mare rappresenta un serio pericolo per la fauna marina che, una volta "intrappolata" nella plastica, ha solo il 20% di probabilit� di salvarsi. Il flagello dei rifiuti si trasforma per� anche in un salasso di denaro per le attivit� di pesca, turismo, acquacoltura, navigazione ed energia.
Milioni di euro annegati - Il danno provocato ai settori di pesca e turismo si traduce in termini di minor gettito di catture e costi che vanno dalla rimozione di attrezzi da pesca alle eliche rotte, dai servizi di soccorso a quelli di pulizia e bonifica di lidi e acque. In particolare uno studio olandese, citato nella relazione, ha stimato "in 6,7 milioni l'anno il costo totale per la rimozione di rifiuti marini da spiagge e coste di 32 Comuni situati nei sette Paesi della macro-regione Adriatico-Ionica". In media "il 5% del loro bilancio".