"Tgcom24Tour" a Milano, imprese e formazione: governare il territorio
Ospiti della prima tavola rotonda della sesta tappa Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia; Elio Franzini, rettore dell'Università degli Studi di Milano, e Tiziana Nisini, sottosegretario al Ministero del Lavoro e Politiche Sociali
La tappa a Milano di "Tgcom24Tour" è partita affrontando il tema "Imprese e formazione: governare il territorio". Mettere istituzioni e università a confronto è un must del format itinerante di Tgcom24 che porta l'informazione economica sul territorio. Questa volta lo abbiamo fatto nell'esclusiva cornice della Sala Reale alla Stazione Centrale, dove il direttore Paolo Liguori ha dialogato con Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia; Elio Franzini, rettore dell'Università degli Studi di Milano, e Tiziana Nisini, sottosegretario al Ministero del Lavoro e Politiche Sociali.
Nisini: "Cerchiamo di andare incontro alla politica del territorio" - In un discorso in cui si intrecciano istituzioni, formazione e risorse economiche, il tema del lavoro è fondamentale. "Ci sono tanti temi sul tavolo del Ministero del Lavoro, ma anche tante problematiche da risolvere. Noi cerchiamo di andare incontro alla politica del territorio e al tessuto economico produttivo, che in alcuni casi è lasciato solo", afferma Nisini.
"Its sottovalutati" - "Gli Its sono stati sottovalutati - continua Nisini, rispondendo a una domanda del direttore Liguori sul tema degli Istituti Tecnici Superiori -. Sono delle scuole che portano dei risultati importanti, la quasi totalità delle persone che fanno questo percorso poi viene automaticamente inserita nel mondo del lavoro. Questo perché gli Its rispecchiano un po' quello che serve nel nostro Paese: una sinergia totale tra istruzione e mondo del lavoro. Le aziende cercano personale formato ma non lo trovano, gli Its sono una risorsa in questo senso".
Franzini: "Il mondo della formazione ha reagito molto bene all'emergenza pandemica" - L'Università è una fonte fortissima di attività formativa. In Lombardia, in particolare, abbiamo più di 300mila studenti e una densità di università tra le più alte al mondo (14 tra statali e non). Vi è un grande fermento. Essendo così grande, il sistema lombardo è estremamente composito. Dobbiamo rispondere ai bisogni del territorio, anche se le università della Lombardia sono sempre più internazionali. Portiamo cittadini nuovi ma anche nuovi elementi di formazione. Abbiamo ogni anno nuovi corsi, che cercano sempre di star dietro alle esigenze del mercato e del mondo del lavoro", spiega Franzini.
"L'Università, come tutto il comparto della formazione, è stata colpita dalla pandemia. Malgrado l'epoca orrenda che abbiamo vissuto, però, la Lombardia è in controtendenza: gli studenti universitari in questo biennio, invece di diminuire, sono aumentati. Nella sua generalità, il mondo della formazione ha reagito molto bene alla crisi del Covid. Nei primi mesi della pandemia, abbiamo fatto un sondaggio tra gli studenti per chiedere loro come giudicassero la Dad e quasi l'80% l'ha valutata in modo positivo. Non abbiamo sprecato una crisi e siamo riusciti a trovare anche nuovi mezzi di formazione e di comunicazione, che non possono sostituire quelli tradizionali, ma che sicuramente possono ampliare lo spettro delle attività. Bisogna essere innovativi e cercare di star dietro al mercato del lavoro, fra 10 anni i lavori saranno diversi da quelli attuali", aggiunge Franzini.
Fontana: "Istruzione e formazione devono essere valutate allo stesso modo" - "Istruzione e formazione devono essere valutate allo stesso modo, con gli stessi valore e nobiltà. Sono esigenze diverse. La formazione ha bisogno di un continuo aggiornamento perché i lavori che dobbiamo svolgere sono sempre diversi. Per questo, ho dato incarico all'assessore Melania Rizzoli di investire sulla formazione e in 4 anni il numero degli iscritti è aumentato del 130%. Ricevo richieste di personale specializzato direttamente dal mondo imprenditoriale", sottolinea Fontana.
"Questo Paese ha bisogno di maggior formazione e di più laureati, ma anche di una maggiore formazione professionale. Tenere un atteggiamento di contrapposizione tra università e formazione al lavoro non ha senso. Il Pnrr ci ha costretto a uscire dalla paura della contaminazione", conclude Franzini.