L’inizio della bella stagione ci invita a perdere qualche chilo di peso: sappiamo bene che si tratta di un compito arduo e che le diete non sempre danno risultati validi e duraturi nel tempo. Eppure, con l’aiuto della nostra mente, possiamo migliorare i risultati. Abbinare le tecniche di mindfulness, ovvero di consapevolezza e meditazione, a un regime di alimentazione controllata può dare risultati molto positivi e fare davvero la differenza. Si parla addirittura di mindful eating, un’espressione che in italiano potremmo tradurre con alimentazione consapevole: consiste nel ripensare il proprio rapporto con il cibo e ci insegna a controllare alcune pulsioni alimentari che altrimenti sarebbero davvero difficili da gestire.
QUESTIONI DI CERVELLO – Il senso di fame è lo stimolo che segnala al cervello che il corpo è in carenza di energia e che, quindi, occorre procurarsi del cibo. Le sensazioni di fame e di sazietà sono regolate dalla parte di questo organo chiamata ipotalamo: l’ipotalamo provvede a inviare e a ricevere segnali a numerosi e complessi processi chimici che si svolgono soprattutto nell’apparato digerente, e controlla in parte anche il sistema che determina l’accumulo di grassi. Il meccanismo è frutto di millenni di evoluzione che hanno garantito la sopravvivenza della specie ed è comune (con le debite differenze) all’uomo e agli animali. Nel caso di noi umani, però, alla fame fisiologica si assommano anche altre pulsioni di tipo psicologico: mangiamo non solo per fame, ma per ansia, per timore o anche per sentimenti positivi come la gioia, la convivialità e il desiderio di condivisione.
SENSAZIONI SOTTO LA LENTE – Il primo passo nella direzione di un’alimentazione consapevole sta, quando ci mettiamo a tavola, nel prestare attenzione a quello che facciamo senza pensare. Fermiamoci un momento a ragionare: il nostro senso di fame è un sano appetito o piuttosto una sensazione viscerale, violenta e addirittura rabbiosa? Nel primo caso, un pasto normale e bilanciato, consumato senza fretta, dovrebbe risultare soddisfacente. Teniamo presente che occorrono almeno venti minuti perché il cervello arrivi a registrare il fisiologico senso di sazietà che si dovrebbe provare a fine pasto. Non occorre dunque abbuffarsi a piena pancia perché ci pare di avere ancora fame. Meglio mangiare lentamente, masticando con cura e assaporando ogni boccone: godremo di più i buoni sapori e ingurgiteremo meno cibo.
LOTTA ALLO STRESS – La stanchezza e l’ansia sono spesso responsabili della cosiddetta fame nervosa. La capacità di ascoltare noi stessi e di metterci in comunicazione con gli strati più profondi della nostra psiche possono aiutarci a riconoscere questi stati d’animo e a ricordare una regola fondamentale dello zen: non si deve mangiare quando ci si sente eccessivamente stanchi, arrabbiati o tristi. Questi stati emotivi richiedono una soddisfazione che il cibo può dare in modo solo illusorio. Il fatto di dedicarsi regolarmente alla meditazione è un ottimo strumento per entrare in sintonia con questi altri aspetti della nostra sfera emotiva, in modo da trovare le giuste risposte per saziare la “fame emotiva” senza passare dal frigorifero.
MANGIA CON TUTTI I SENSI – La fame non è solo un fatto dello stomaco. Anche gli occhi, l’olfatto e il tatto devono essere nutriti e soddisfatti. Non a caso, gli chef più rinomati impiattano le loro creazioni con la massima cura. Quando cuciniamo, dedichiamo qualche minuto alla presentazione dei nostri piatti; quando ci sediamo a tavola, prendiamoci un momento di tempo per ammirarne i colori, assaporarne gli aromi e immaginarne la consistenza in bocca. Tutto questo significa dare importanza al cibo, facendo del pasto un momento di godimento consapevole. Allo stesso modo, quando siamo a tavola concentriamoci sul cibo, per godercelo al meglio, allontanando il telefonino, gli assilli del lavoro e la fretta.
BANDO ALLA NOIA – Il pomeriggio è lungo e vuoto? Oppure siamo costretti a dedicarci a un compito noioso o poco appagante? Resistiamo alla tentazione di sfogare la frustrazione rosicchiando in continuazione uno snack dopo l’altro. Concentriamoci semmai su un'attività interessante o sul nostro lavoro in modo da portarlo a termine in un tempo contenuto: promettiamo, semmai, a noi stessi un piccolo premio ad attività conclusa.
NO ALLA CONTA DELLE CALORIE – Un’attenzione ossessiva alla conta delle calorie, degli zuccheri e dei grassi di ogni porzione non aiuta a perdere peso. Non è utile neppure lo spettro del senso di colpa per ogni boccone che portiamo alla bocca: molto meglio costruire in anticipo un pasto bilanciato e poi goderselo in santa pace, senza troppi pensieri: arriveremo al caffè più sereni. E anche più sazi.