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Covid, Fiaso: più che raddoppiati i ricoveri pediatrici

I pazienti sono per lo più neonati tra 0 e 6 mesi e per la prima volta da 5 settimane si registra in terapia intensiva un bimbo tra 5-11 anni

Ansa

I ricoveri per Covid di malati in età pediatrica sono più che raddoppiati. E' quanto emerge dalla rilevazione nei quattro ospedali sentinella e nei reparti di pediatria della rete Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere). Si tratta per lo più di bambini molto piccoli (neonati fino ai sei mesi, in una settimana quasi triplicati passando da 5 a 14). C'è anche un ricovero in terapia intensiva: un bambino senza altri disturbi. 

I ricoveri pediatrici - I ricoveri per Covid in età pediatrica, pur restando limitati, sono dunque più che raddoppiati, secondo la rete Fiaso. Per i pazienti molto piccoli (neonati tra 0 e 6 mesi) atteggiamenti di prudenza possono facilitare il ricorso al ricovero. Per la prima volta da cinque settimane si registra un ricovero in terapia intensiva per Covid. Si tratta, come anticipato, di un maschio della classe 5-11 senza comorbidità. 

Sono segnalati, inoltre, due ricoveri con Covid in intensiva, uno sotto i sei mesi di età e l'altro della classe 12-18 non vaccinato. Un aumento della circolazione del virus, conclude Fiaso, può determinare questo fenomeno, senza che sia sotteso un aumento della gravità delle sindromi.

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La situazione in generale - La curva dei ricoveri Covid è piatta dopo il rallentamento progressivo del calo dei ricoveri delle precedenti settimane, sempre secondo la rilevazione del 21 giugno degli ospedali sentinella Fiaso, che mostra un arresto della riduzione e una sostanziale stabilità. Le variazioni settimanali dei pazienti Covid, sia nei reparti ordinari sia nelle terapie intensive, infatti, sono minime: nel periodo 14-21 giugno si assiste a una diminuzione di soli 2 ricoverati nei venti ospedali aderenti alla rete della Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere. 

L'analisi geografica dei ricoveri evidenzia tuttavia come al Sud la curva continui a scendere (-8,8%), al Nord abbia un lievissimo rialzo (2,1%), mentre al Centro abbia invertito direzione e sia cresciuta (10,8%). Tra i ricoverati in terapia intensiva per Covid ovvero con sindromi respiratorie e polmonari il 37% risulta non vaccinato; tra i vaccinati, invece, quasi tutti ormai da oltre 4 mesi, il 100% è affetto da comorbidità.

"L'aumento della circolazione del virus con la nuova variante ha determinato una battuta d'arresto nella riduzione dei ricoveri che dobbiamo attentamente monitorare e che potrà portare nelle prossime settimane a un lieve rialzo, come è già avvenuto in qualche regione. Al momento comunque i numeri restano bassi e non destano preoccupazione", ha commentato il presidente di Fiaso, Giovanni Migliore.

"Va sottolineato, tuttavia, che ci sono ancora 10 milioni di italiani che non hanno fatto la terza dose vaccinale: la popolazione sottoposta a ciclo vaccinale primario è di circa 52 milioni. mentre alla dose addizionale hanno aderito solo 42 milioni. Dati ancora più bassi per la quarta dose booster destinata agli anziani e ai più fragili: solo il 27% della platea di coloro ai quali è consigliata si è sottoposto a vaccinazione. Il virus colpisce proprio i più deboli sprovvisti di un'ampia copertura vaccinale e, a riprova di questo, ci sono i dati che arrivano dalle nostre rianimazioni: la quasi totalità dei pazienti in terapia intensiva è costituita da soggetti affetti da altre patologie che avrebbero dovuto ricevere la quarta dose booster", conclude Migliore.

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