Ferrara, a 11 anni affetta da anoressia ma non trova un ricovero adeguato: posti esauriti o paziente troppo giovane
Il papà si è rivolto a diverse strutture, ricevendo numerosi rifiuti. Al momento la bambina si trova nel reparto Pediatria dell'ospedale di Cona
Undici giorni in un letto d'ospedale, nel reparto di Pediatria dell'ospedale di Cona (provincia di Ferrara), con una flebo come unica fonte di nutrimento. È il caso di una ragazzina di 11 anni che da alcuni mesi convive con una forma di anoressia nervosa. Il padre voleva far ricoverare la figlia in un centro adeguato, dove avrebbero potuto curarla grazie all'intervento di specialisti, ma diversi istituti l'hanno rimbalzata.
"Tutto è iniziato a febbraio. Ha cambiato umore – racconta il padre a Quotidiano Nazionale – Ha incominciato a togliere il secondo, a dividere il piatto a metà, a mangiare solo una parte. Quando ha rifiutato l’acqua, l’alternativa era solo il ricovero". Da lì inizia la ricerca di una struttura che abbia a disposizione un’equipe specializzata di psichiatri, psicologici, nutrizionisti in grado di combattere questa malattia costringe il proprio corpo a un lento e costante declino. "Ho chiamato mille cliniche, anche il Sant'Orsola di Bologna spiega il genitore - Piene, oppure mi dicono che mia figlia è troppo piccola".
Sono 108 i centri di assistenza in Italia ma la loro distribuzione sul territorio è lacunosa. I casi sono superiori alla capacità di risposta che il sistema sanitario può offrire. Soprattutto a causa della "riconversione" di molte strutture per far fronte alla pandemia. Il 15 marzo, in occasione della giornata del Fiocchetto Lilla, l'Iss (Istituto superiore della Sanità) ha pubblicato alcuni atti che rivelavano un aumento del 40% in epoca Covid. Roberta Pacifici, direttore dell'ente, sostiene che, oltre al basso numero di centri che accolgono i più piccoli, c'è carenza di pediatri o del tecnici della riabilitazione psichiatrica. Una situazione paradossale visto l'aumento di casi di disturbi alimentari tra i più giovani.
Lo stesso nosocomio bolognese riferisce che le emergenze in arrivo al loro pronto soccorso con queste patologie sono aumentati di 2-3 unità alla settimana. Nel frattempo la ragazzina si trova nel reparto di Pediatria generale del piccolo comune del Ferrarese. "Lavorano per affrontare una sofferenza disumana – racconta il padre – ma non hanno strumenti". A farle "compagnia" ci sono altre due bambine della stessa, anche loro lì per lo stesso motivo. Tutte e tre sono state sistemate nello stesso reparto con altri bambini che hanno esigenze molto differenti dalle loro.
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