Milano: 60, 78, 75. Non sono numeri usciti sulla ruota del lotto ma rispettivamente gli anni di carriera dei Rolling Stones, le età di Mick Jagger e Keith Richards e quella di Ron Wood. Numeri che sembrerebbero fare a pugni con il concetto di rocker. Ma la band con quel diavolo che spesso ha fatto capolino nelle sue canzoni pare aver fatto un patto davvero proficuo e così ancora una volta ha conquistato San Siro senza mostrare cedimenti. L'unica tappa italiana del "Sixty Tour" è stata un vero trionfo, con Jagger sugli scudi a cantare una ventina di brani saltando e muovendosi come un ventenne in barba all'età e al Covid contratto pochi giorni fa.
Un concerto dal sapore particolare. Perché potrebbe essere l'ultimo sul suolo italiano di questa band che ha fatto la storia del rock, e perché è stato il primo senza il batterista Charlie Watts, scomparso nell'agosto 2021. E lo show si è aperto proprio con un video omaggio a Watts. "Questo è il nostro primo tour senza Charlie e ci manca tantissimo" ha detto in italiano Jagger prima di dare il via alla carrellata di canzoni. Ad aprire la scaletta, dopo la voce fuori campo che annunciava al pubblico "Ladies and gentlemen The Rolling Stones", è stata la storica "Street Fighting Man", dall'album "Beggars Banquet", datato 1968, considerata la canzone più politica del gruppo.
"Ciao Milano, come va? Che bello tornare qui". Sono state queste le prime parole in italiano di Jagger prima di intonare "19th nervous Breakdown", anno 1966. E' su "Out of Time" che San Siro si è fatta un'unica voce. "Siete famosi per il canto, adesso tocca a voi" l'invito della voce degli Stones per "Wild Horses": il Meazza si è quindi acceso di luci, mentre iniziavano a cadere le prime gocce di pioggia. San Siro, istigato da Jagger che imbraccia la chitarra, è diventato poi un gigantesco karaoke per "You Can't Always Get What You Want", mentre ha ascoltato assorto la più contemplativa "Living in a Ghost Town", il brano scritto in piena pandemia, che Jagger ha accompagnato con l'armonica. "Che bello essere di nuovo qui, anche se è più caldo del quinto girone dell'inferno" ha detto ancora Jagger, presentando poi tutta la band, salutata da fragorosi applausi.
E' tocca topoi a Richards tirare fuori la voce per "You Got the Silver", brano del 1969 di cui è da poco uscita una cover di Cat Power, e "Connection" del 1967. Il tempo di un cambio di abito per mister Jagger e via alla cavalcata finale, un'infilata di pezzi da novanta, da "Miss You" a "Paint it Black", da "Sympathy for the Devil" a "Jumpin' Jack Flash", passando per "Midnight Rambler" e "Start Me Up", mentre sui tre maxi schermi incastonati nella gigantesca scenografia a strisce rosse e gialle, simili a fiamme, rimbalzavano le immagini della band e alcuni video. Prima dei bis Jagger ha ringraziato il pubblico ricordando come "55 anni fa abbiamo fatto il nostro primo concerto in Italia, grazie di essere ancora qui con noi".
Nell'attesa degli encore, la linguaccia della band si è tinta nei colori dell'Ucraina, richiamati anche dal look di Keith Richards, con cappellino giallo e camicia azzurra. Con le incendiarie "Gimme Shelter", accompagnata dalle immagini di palazzi bombardati, ulteriore richiamo alla guerra e cantata insieme alla corista, e "(I Can't Get No) Satisfaction", il rito si è compiuto. Prossima tappa ad Hyde Park, a Londra, il 25 giugno.