SUPERATO IL 50% DEI SUFFRAGI

Colombia, Gustavo Petro è il nuovo presidente: è la prima volta per un leader della sinistra

"Quello che sta arrivando per il nostro Paese è un vero cambiamento, un cambiamento reale, per il quale intendo impegnare la mia esistenza e la mia stessa vita", ha dichiarato

© Ansa

Il senatore Gustavo Petro è il nuovo presidente della Colombia. È la prima volta nella storia colombiana che un leader della sinistra assume la massima carica dello Stato sudamericano. Con lo scrutinio dei voti del 97,06% dei seggi, Petro ha raccolto insieme alla sua vice Francia Marquez 10.984.247 suffragi (50,57%), mentre lo sfidante Rodolfo Hernández si attesta su 10.242.763 voti (47,16%). "È un giorno di festa per il popolo", ha dichiarato Petro.

Dopo essersi aggiudicato agevolmente il 29 maggio il primo turno di votazioni con oltre il 40% dei suffragi davanti all'outsider indipendente Rodolfo Hernández (28,15%), nelle ultime tre settimane, il leader della coalizione Pacto Histórico ha dovuto fare fronte a una crescita del suo avversario, appoggiato da vari candidati della destra. Inoltre, i sondaggi della vigilia indicavano fra i due candidati l'esistenza di una "parità tecnica".

Nella sua prima reazione via Twitter, il neo-eletto presidente ha parlato di "giorno di festa per il popolo. Che festeggia la prima vittoria popolare. Che tante sofferenze siano attutite dalla gioia che oggi inonda il cuore della Patria. Questa vittoria è per Dio e per il Popolo e la sua storia. Oggi è la giornata delle strade e delle piazze". Il primo a congratularsi con lui, e con la vicepresidente eletta afrodiscendente Francia Márquez, è stato il presidente uscente, Iván Duque, che ha reso noto attraverso le reti sociali di aver chiamato il vincitore per rallegrarsi del suo successo. "Ho chiamato Gustavo Petro per congratularmi con lui come presidente eletto colombiano. Abbiamo deciso di incontrarci nei prossimi giorni per iniziare una transizione armoniosa, istituzionale e trasparente".

Da giorni gli analisti, esaminando le prospettive del ballottaggio, avevano sostenuto che la Colombia andava verso cambiamenti storici, perché chiunque dei due candidati avesse vinto, avrebbe determinato la fine definitiva del "bipartitismo imperfetto" conservatori-liberali che ha retto la Colombia per 200 anni.

Chi è Gustavo Petro - Entrato in gioventù nella guerriglia del M-19 (con il soprannome di Aureliano, ispirato a un personaggio dei romanzi di Gabriel Garcia Marquez) senza mai entrare però in operazioni militari, Petro è forte di oltre 20 anni di attività politica. Ha 62 anni, ed era al suo terzo tentativo di conquistare la Casa de Nariño presidenziale, dopo avere perso nel 2010 con Juan Manuel Santos, Premio Nobel per aver firmato la pace con le Farc, e poi nel 2018 con Duque. La sua elezione costituisce sicuramente un problema da risolvere per gli Stati Uniti, che hanno utilizzato per decenni la Colombia, fedele alleato, come pietra angolare della loro politica di sicurezza in America latina, investendo cospicue somme di denaro e di aiuti militari.

"Adesso il Paese cambia davvero" - La notte scorsa a Bogotà, Petro ha assicurato che "quello che sta arrivando per il nostro Paese è un vero cambiamento, un cambiamento reale, per il quale intendo impegnare la mia esistenza e la mia stessa vita". "Non tradiremo le promesse fatte agli elettori", ha aggiunto, e cioè che "da oggi la Colombia cambia, la Colombia è un'altra". Parlando davanti a migliaia di persone, il leader del Pacto Histórico ha affermato che il suo governo sarà basato sulla "politica dell'amore" e della "vita", motivo per cui ha chiarito che la sua promessa di trasformazione "non sarà mai quella di vendicarsi dei suoi oppositori".

"Non è più il momento dell'odio", ha proseguito, sostenendo che "questo governo che inizierà il 7 agosto è un governo della vita, è un governo che vuole costruire la Colombia come potenza mondiale della vita". E per fugare infine i timori riguardanti un suo eventuale governo simile a quello del Venezuela, Petro ha promesso pluralismo economico, affermando che "svilupperemo il capitalismo in Colombia, non perché lo adoriamo, ma perché dobbiamo superare la premodernità".

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