La situazione dello smog in Italia, con lo sforamento dei limiti sul particolato, "� uno dei casi pi� gravi aperti" di infrazioni sulla qualit� dell'aria. Cos� un portavoce della Commissione Ue, sottolineando che per la Pianura Padana ci sono "anche ragioni geografiche", ma che "le misure comunicate per risolvere il problema restano non sufficienti". Per questo motivo Bruxelles ha deciso di deferire l'Italia davanti alla Corte di giustizia europea.
Con la stessa motivazione, l'esecutivo Ue ha deferito Ungheria e Romania e ha denunciato alla Corte anche Francia, Germania e Gran Bretagna per il superamento dei limiti di biossido di azoto (NO2). Il deferimento arriva nell'ambito di una procedura di infrazione avviata nel 2014. L'Italia ha una seconda procedura d'infrazione in corso sulla qualit� dell'aria, avviata nel 2015, per il superamento dei valori limite di NO2. Il 31 gennaio il commissario Ue all'Ambiente, Karmenu Vella, aveva convocato a Bruxelles i ministri di nove Paesi tra cui l'Italia, chiedendo l'adozione di misure per ridurre l'inquinamento atmosferico.
A quanto si apprende da fonti europee, la documentazione fornita da Roma � stata sufficiente per evitare l'aggravamento della procedura di infrazione sul biossido di azoto, ma non quella sul particolato, in quanto il piano italiano prevede una normalizzazione della situazione in tempi troppo lunghi.
Coldiretti: "L'Italia soffoca con solo 31 metri quadri di verde a testa" - Con appena 31 metri quadrati di verde urbano a testa, le citt� italiane non riescono a rompere l'assedio dello smog, con valori sotto la media per le metropoli come i 22 metri quadrati di Torino, i 17,9 di Milano e i 13,6 di Napoli. E' quanto emerge da un'analisi della Coldiretti. "Una battaglia - spiega la Coldiretti - che si pu� vincere potenziando il verde urbano, visto che una pianta adulta � capace di catturare dall'aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno".
Rifiuti radioattivi e xylella - Il nostro Paese finisce davanti alla Corte di Giustizia europea anche per quanto riguarda i rifiuti radioattivi, in particolare sul fronte della notifica dei programmi nazionali di gestione del combustibile nucleare esaurito. Roma aveva gi� ricevuto a luglio un parere motivato, secondo passo di una procedura d'infrazione, insieme ad Austria, Croazia, Repubblica ceca e Portogallo. Gli Stati membri erano tenuti a notificare i programmi nazionali entro il 23 agosto del 2015. La direttiva Ue istituisce un quadro per garantire la gestione responsabile e sicura del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi, chiedendo ai 28 provvedimenti adeguati in ambito nazionale per un elevato livello di sicurezza. L'Italia � inoltre accusata di non aver applicato le misure, tra cui l'abbattimento delle piante malate, per impedire la diffusione del batterio killer degli ulivi, la xylella fastidiosa.