Relazioni tossiche

Hoovering: quando il tuo ex ti risucchia come un.. aspirapolvere

Una tecnica manipolatoria molto perversa che occorre conoscere per potersi difendere

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Una relazione sbagliata, con un partner che ci ha avvelenato la vita e del quale ci siamo liberate con estrema difficoltà: ecco che, anche se è passato molto tempo, lui torna a farsi vivo, magari in un’occasione particolare, come il Natale o il nostro compleanno, con un messaggio accattivante, come “mi manchi tanto”, oppure “vorrei essere lì con te”: la tentazione di rispondergli è grande, anche solo per dirgli di scomparire. Meglio non farlo, per non cadere vittime di una tecnica manipolatoria chiamata “hoovering”, capace di risucchiarci nel vortice di un amore tossico proprio come accade quando utilizziamo un aspirapolvere.

CHE COSÈ’ L’HOOVERING – Il suo nome deriva da Hoover, noto brand di elettrodomestici americani, diventato praticamente sinonimo di aspirapolvere. L’hoovering è una tecnica di manipolazione utilizzata spesso dalle personalità narcisistiche per risucchiare, come accade quando si aspira la polvere da terra, all’interno di una relazione, ma anche di situazioni o di litigi che sembravano conclusi, dai quali uno dei due partner si è liberato, di solito con estrema fatica. Può essere usata anche a distanza di mesi o addirittura di anni dalla fine del rapporto. Spesso, chi mette in atto l’hoovering non ha particolare interesse nella relazione o nutre sentimenti per la persona che tormenta: si tratta di un puro gioco che ha, appunto, l’unico fine di risucchiare l’ex nel rapporto, o in una vecchia lite o in conversazioni che sembravano conclusi, per nutrire l'ego e per dimostrare a se stessi di essere irresistibili e di poter ancora esercitare il proprio controllo.

HOOVERING E STALKING - In un certo senso, l’hoovering può essere considerato una forma di stalking, ma le tecniche e il fine sono molto diverse. In entrambi i casi lo scopo è quello di riprendere il controllo sull’ex, ma lo stalker può essere realmente accecato dalla passione amorosa e dall’incapacità di accettare la fine di una relazione e la perdita della propria compagna, fino ad arrivare al limite della violenza. L’hoovering, invece, è una tecnica manipolatoria narcisistica, per continuare un gioco di gratificazione e di affermazione dell'ego, o perché con la fine della relazione, il narcisista ha perso il suo riferimento. 

COME RICONOSCERLO – Chi pratica l’hoovering di solito si serve di frasi o di messaggi ad effetto, di tecniche linguistiche che puntano a colpire il lato emotivo della vittima e i suoi sentimenti. Il senso di colpa è una delle leve principali e, purtroppo più efficaci: i messaggi potrebbero contenere frasi come “se non ci vediamo mi farai stare malissimo”, oppure “se fai così ne morirò”, arrivando anche al punto di minacciare il suicidio. La vittima, inevitabilmente, si sentirà responsabile e, forse, anche lusingata per aver suscitato nell’altro un amore così grande, finendo così di nuovo risucchiata nel vortice di una relazione tossica. 

COME DIFENDERSI – Lo scopo di chi pratica l’hoovering non è tanto tornare insieme al compagno o alla compagna, ma generare in lei/lui una reazione di qualsiasi tipo. Anche il rifiuto, o un messaggio come “non voglio più saperne di te, scompari dalla mia vita” sarà un successo perché avrà comunque generato una reazione, avrà portato scompiglio, rabbia e confusione nell’ex-partner. Anche queste sensazioni negative sono un segno di potere e di controllo sulla vita dell’ex. La soluzione è una sola: il silenzio, completo e totale. Escludiamo il nostro ex dai profili social, blocchiamo le mail, il contatto sul cellulare e su altro mezzo di comunicazione per non essere disturbate da messaggi ingannevoli. Se poi qualcosa dovesse sfuggirci, buttiamo tutto senza neppure leggere, anche a distanza di mesi e magari di anni, senza cedere alla curiosità. Per non farsi risucchiare nell’hoovering, l’unica strategia è tenere l’aspirapolvere completamente spento.