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Russia, Navalny portato senza preavviso in un carcere di massima sicurezza

Paura nel suo staff: "Alexei è a tu per tu con il sistema che ha già tentato di ucciderlo, dobbiamo localizzarlo al più presto". Il dissidente è in carcere da gennaio 2021

Ansa

Alexei Navalny è stato trasferito in un carcere di massima sicurezza. Il principale oppositore di Vladimir Putin è stato prelevato senza preavviso dal penitenziario di Pokrov, in Russia, dove era detenuto. La notizia della "sparizione" di Navalny è stata resa nota via social dal capo del suo staff Leonid Volkov e dalla portavoce Kira Jarmysch. Né gli avvocati né i suoi parenti, sostengono, sono stati informati in anticipo del trasferimento.

Il tweet di Navalny del 4 maggio - In un tweet del 4 maggio il dissidente scriveva: "Ho sentito dire che verrò trasferito nella colonia di massima sicurezza di Melekhovo, una cittadina della Russia centrale dove ai detenuti vengono strappate le unghie". E adesso, poco più di un mese dopo, Navalny è realmente sparito dal carcere di Pokrov, a un centinaio di chilometri da Mosca. Per il momento, non si sa dove sia stato portato. 

La portavoce: "Dobbiamo localizzarlo" - La sua portavoce scrive sui social: "Il problema del suo trasferimento in un'altra prigione non è solo che la colonia di massima sicurezza è molto più spaventosa, Finché non sapremo dove si trova, Alexei rimarrà a tu per tu con il sistema che ha già tentato di ucciderlo, quindi il nostro compito principale è quello di localizzarlo il prima possibile". 

"Nessun detenuto con quel nome" - Volkov racconta invece come il suo staff ha scoperto il suo trasferimento: un avvocato è andato in carcere per incontrarlo, è stato trattenuto al posto di blocco fino alle 14 e poi gli è stato detto che lì "non c'era nessun detenuto con quel nome". 

In carcere dal gennaio 2021 - Navalny si trova in carcere dal gennaio 2021 per accuse ritenute dai suoi sostenitori "palesemente politiche". Le manette sono scattate non appena ha rimesso piede in Russia dalla Germania, dove era stato curato per un avvelenamento causato da una micidiale neurotossina che aveva fatto temere per la sua vita. I fatti risalgono ad agosto 2020, quando un aereo in volo dalla Siberia a Mosca fu costretto a un atterraggio di emergenza a Omsk perché "un passeggero aveva avuto un malore". Quel passeggero era proprio Navalny, un uomo che si temeva potesse essere assassinato per le sue denunce contro Putin.

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L'avvelenamento e la Siberia - La moglie Julia e i membri del suo staff, terrorizzati da ciò che poteva accadere in un ospedale in Siberia, si erano precipitati a Omsk per portarlo in Germania. Una volta lì, le autorità tedesche avevano confermato l'ipotesi dell'avvelenamento e la presenza di Novichok, agente nervino già utilizzato per neutralizzare l'ex spia russa Sergej Skripal nel 2018. Successivamente Navalny, con l'aiuto dei suoi collaboratori, era riuscito a orchestrare una telefonata con uno degli agenti dei servizi di sicurezza russi in cui l'avvelenamento fu ammesso. 

L'arresto - La soddisfazione però era durata poco: Navalny venne infatti arrestato il 17 gennaio 2021 dopo la sua decisione di tornare in Russia, con l'accusa mai provata di appropriazione indebita. Da quel giorno in carcere, fu condannato a scontare una pena di due anni e otto mesi. Dal 23 marzo la pena è diventata di nove anni. Dalla prigione Navalny è uscito solo in seguito a un prolungato sciopero della fame, per essere nuovamente incarcerato dopo le cure. Negli anni, il dissidente ha svelato molte verità scomode sul governo russo e sui potenti oligarchi che lo sostengono. 

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