Tanto tuonò per il nucleare che piovve per il gas. O forse per entrambi. Quel che è certo è che le commissioni Ambiente ed Economia del Parlamento Europeo in seduta congiunta hanno votato contro l'inclusione delle due fonti energetiche all'interno della cosiddetta Tassonomia verde, ovvero l'elenco delle attività economiche sostenibili dal punto di vista ambientale proposto dalla Commissione Europea a inizio 2022.
L'Europarlamento voterà nella plenaria di luglio, tra il 4 e il 7, una mozione di rigetto della norma. La decisione è stata presa con 76 voti a favore e 62 contrari (4 astenuti). Se confermata a maggioranza assoluta, la mozione farà cadere la proposta della Commissione.
Cos'è la Tassonomia - È un documento preparato dalla Commissione Europea per aiutare i governi a raggiungere gli obiettivi previsti dal Green Deal. Consiste in una classificazione che stabilisce quali attività economiche possono essere considerate sostenibile per quanto riguarda l'ambiente, in modo da aiutare aziende, investitori e governi a decidere su quali settori puntare. Secondo i piani della Commissione, sarà una sorta di bussola che guiderà l'economia europea nella transizione ecologica. Non comporta un divieto per le attività escluse dalla Tassonomia, ma un disincentivo per investimenti futuri in determinati settori non considerati green.
Le discussioni sul nucleare - Prima che le fonti rinnovabili diventino sufficientemente economiche, efficienti e diffuse - è il ragionamento della Commissione - occorrerà usare anche altre forme di energia: includerle all'interno della Tassonomia serve a regolamentarne l'utilizzo entro criteri "chiari e rigidi". Queste fonti di energia di transizione sono state identificate nel gas e nel nucleare. Per mesi le polemiche sono montate sul secondo. Molti Paesi, capitanati dalla Germania, hanno apertamente parlato di operazione di "greenwashing" (è l'ambientalismo di facciata che vuole far passare per green qualcosa che non lo è) da parte della Commissione. Anche Austria e Lussemburgo hanno protestato contro questa decisione.
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Il nucleare, per quanto abbia emissioni di gas serra molto vicine allo zero (è sullo stesso ordine di grandezza di energia solare ed eolica), è accusato di generare scorie radioattive di difficile gestione. Nell'opinione pubblica ci sono anche riserve sulla sua sicurezza, che però derivano da incidenti del passato. Il ministro per la Protezione del clima tedesco, Robert Habeck, ha detto che la Germania non approverà un documento che dichiarerà "verde" il nucleare. Germania che, tra l'altro, sta dismettendo le sue centrali nucleari e che per l'energia elettrica fa ampio uso di centrali a carbone. Ed è a favore dell'uso del gas come fonte di transizione.
Il gas è ok? - La sua inclusione nella tassonomia non si è discussa tanto quanto quella del nucleare, nonostante in termini di gas serra inquini circa la metà del carbone (come possiamo vedere dal grafico di Our World In Data nel paragrafo precedente). Anzi, molti governi (Germania e Italia per primi) l'hanno apprezzata, dato che il gas è una delle loro principali fonti energetiche. Il gruppo di europarlamentari che in commissione ha bocciato l'inserimento di nucleare e gas all'interno della Tassonomia ha spiegato di riconoscere il loro ruolo nel garantire la fornitura stabile di energia durante la transizione verso un'economia sostenibile, ma ritiene che "le norme di controllo tecnico proposte dalla Commissione nel regolamento delegato volto a sostenere tale inclusione non soddisfino i criteri per attività economiche ecosostenibili".
La discussione è sui parametri di inquinamento - Gli europarlamentari si rifanno al Regolamento 852 del 2020, che è una sorta di cornice all'interno della quale deve essere scritta la Tassonomia verde. L'articolo 3 prevede alcuni criteri di ecosostenibilità per le attività economiche. E secondo la Piattaforma per la finanza sostenibile, che ha aiutato la Commissione a redigere la classificazione, per rientrare in quei criteri le attività economiche possono produrre fino a un massimo di 100 grammi di anidride carbonica per kilowattora. La Commissione, invece, ha quasi triplicato questa soglia, portandola a 270 grammi, dal momento che a oggi gli impianti più efficienti emettono almeno 316 grammi di CO2 per kilowattora. Da qui il voto contrario in commissione.
La guerra in Ucraina - Non va tralasciato che alle motivazioni tecniche si sono aggiunte le preoccupazioni geopolitiche nate in seguito all'invasione russa dell'Ucraina. Evidenziata la forte dipendenza dei Paesi dell'Unione Europea (le solite Germania e Italia in primis) dal gas di Mosca, è impossibile che queste dinamiche non entrino nella discussione. Etichettare come "verdi", anche se di transizione, gli investimenti nel gas, sarebbe - secondo molti - un favore indiretto alla Russia di Putin, che da un lato è sanzionata in modo sempre più esteso e dall'altro lato si vedrebbe valorizzare il principale asset di cui dispone.
Gas e nucleare a braccetto - Se alla plenaria di inizio luglio gli europarlamentari saranno d'accordo con le critiche su una o sull'altra fonte di energia, entrambe saranno bocciate. Il voto, infatti, è stato e sarà unico. Diversi analisti hanno spiegato che la Francia ha provato - ed è riuscita - a legare il nucleare al gas, perché a inizio 2022 sembrava esserci molto più consenso sul secondo che sul primo: sostenendo l'Italia e la Germania sul gas, avrebbe cercato di portare a casa l'inserimento nell'elenco degli "investimenti buoni" della sua principale fonte energetica, da cui produce il 70% dell'energia elettrica totale.
Deciderà la plenaria - Il voto delle commissioni Ambiente ed Economia è solo un parere, sul quale la plenaria del Parlamento Europeo del 4-7 luglio voterà a maggioranza assoluta. In caso di bocciatura di questa parte di Tassonomia, la Commissione Europea sarà chiamata a riscriverla tenendo conto delle indicazioni del Parlamento.