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Alessandria, a sei anni cacciata dall'aula e chiamata asina: la famiglia insorge

I genitori protestano contro i metodi troppo drastici della maestra: "Hanno generato un trauma emotivo". Ma il dirigente scolastico difende la docente: "In certi casi l'allontanamento è necessario"

IPA

Ripetutamente espulsa dall'aula, umiliata e chiamata asina davanti ai compagni di classe, costretta a stare seduta sul banco nel corridoio: sono le punizioni che una maestra delle elementeri di Stazzano, piccolo centro nell'Alessandrino, riservava sistematicamente a un'alunna di sei anni per tenere a freno il suo temperamente vivace. Ma i genitori non ci stanno e denunciano l'accaduto: "Chiediamo giustizia per nostra figlia". 

"Abbiamo informato il dirigente scolastico di quanto accaduto - racconta la madre della bimba a La Stampa - dopo aver appreso quanto avrebbe subito direttamente da lei e dalle madri di alcuni compagni. Per punirla per il suo carattere vivace, la maestra ha messo più volte fuori dall'aula mia figlia, facendola sedere sul suo banco. Umiliata da epiteti ripetuti anche dai suoi compagni, ritengo che mia figlia abbia subito un trauma emotivo che manifesta in casa attraverso insicurezza psicologica". 

Inoltre, la mamma pone anche un problema di sicurezza: "La bambina, affranta per questa punizione eccessiva, avrebbe potuto allontanarsi dal plesso scolastico, rimanendo per molti minuti incontrollata".

Ma il dirigente scolastico assicura che la bimba è sempre stata sorvegliata e difende l'operato della maestra: "Il temporaneo isolamento di un bambino, in un momento di irrequietezza, è una strategia che talvolta viene adottata, quando tale comportamento disturba l'intero gruppo classe e se esso non si risolve con i consueti richiami verbali". 

Ma alla famiglia questa spiegazione non è sufficiente. "Qualcuno del personale -aggiunge anche il nonno della piccola -  notandola ripetutamente nel corridoio e spesso apostrofata con l'epiteto di "asina", ha avvertito un consigliere comunale chiedendo un intervento. Saranno quindi testimoni a confermare i fatti e ci aspettiamo che si faccia piena giustizia".

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