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Palermo, caos ai seggi: oltre 200 persone segnalate alla procura

In città decine di sezioni sono rimaste chiuse domenica per ore perché presidenti e scrutatori non si sono presentati

Sono oltre 200 le persone segnalate alla procura di Palermo dopo il caos ai seggi di domenica in città, con decine di sezioni rimaste chiuse per ore perché presidenti e scrutatori non si sono presentati. I magistrati, coordinati dal procuratore aggiunto Sergio Demontis, hanno aperto un'inchiesta per accertare la legittimità o meno delle rinunce agli incarichi, molte delle quali sarebbero arrivate a poche ore dal voto. I reati ipotizzati sono interruzione di pubblico servizio, rifiuto di atti d'ufficio e violazione di una legge elettorale del 1960.

La coincidenza del voto per le comunali con quello per il referendum determina la necessità per gli inquirenti di comprendere anche quale sia la norma applicabile. Le indagini sono state delegate alla Digos dalla Questura che, indipendentemente dalle segnalazioni mandate dal Comune alla Procura, si era mossa dopo le decine di notizie di problemi ai seggi.

Sotto la lente di ingrandimento degli investigatori sono finiti i presidenti e gli scrutatori nominati in prima battuta, ma anche i sostituti entrati in gioco dopo le rinunce e che, a loro volta, hanno dato forfait all'ultimo minuto pur avendo ricevuto la comunicazione della designazione giorni fa. La Digos dovrà sentire gli oltre 200 segnalati e analizzare la documentazione da loro eventualmente prodotta con la rinuncia, per accertane la regolarità. Si dovrà anche capire se alcune rinunce siano state inviate per tempo, ma non siano pervenute al Comune per i disguidi al sistema informatico determinati dall'attacco hacker dei giorni scorsi.

Intanto in molti hanno chiesto l'annullamento del voto esprimendo forti critiche al ministero dell'Interno. A chiedere invece una deroga all'orario di voto sono stati il leader della Lega Matteo Salvini, Ignazio La Russa di Fratelli d'Italia e il presidente della Regine Siciliana Nello Musumeci. Il Viminale ha però escluso la deroga, chiedendo alla Prefettura l'immediato accorpamento delle sezioni senza presidenti a quelle operative, chiarendo inoltre che gli elettori che si troveranno all'interno dei seggi potranno votare anche oltre le 23. Soltanto verso le 13 di domenica 12 giugno il ministero dell'Interno ha comunicato che la situazione era tornata alla normalità.

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