Sono passati quasi tre mesi dall'operazione a cui Fedez si è sottoposto per asportare un cancro al pancreas. Ma il pensiero corre ancora a quei momenti. E così il cantante ha postato nelle storie di Instagram alcuni pensieri e soprattutto gli audio della seduta dalla psicologo fatta il giorno stesso della diagnosi. "Non voglio morire, non voglio morire, ho paura che i miei figli non si ricorderanno neanche di me". Sono le parole, tra i singhiozzi, che si sentono pronunciare a Fedez
"Buongiorno. Non so perché oggi ho deciso di riascoltare la seduta fatta dallo psicologo il giorno in cui ho scoperto di avere un tumore al pancreas - ha scritto in una prima storia Fedez -. Sto piangendo, piango di dolore e di gioia. Un solo pensiero riusciva a devastarmi più della paura della morte: non essere ricordato dai miei figli. Beh, oggi mi chiedo se tutto questo mi sia stato realmente d'insegnamento. Perché l'essere umano tende a rimuovere, dimenticare. E io non voglio. Non voglio dimenticare che le cose importanti non sono cose. Tenete quella finestra aperta sempre. Con il cuore".
Fedez è consapevole che rendere pubblici questi momenti privati di dolore potrebbe attirargli diverse critiche. E così nell'ultima storia chiosa: "Prendete queste mie esternazioni come meglio credete: voglia di condividere, manie di protagonismo, o narcisismo fine a se stesso. Non me ne frega molto. Vorrei solo che chi sta affrontando una situazione simile sappia che è normale provare determinate sensazioni. Non siete soli, non siete strani. Là fuori c'è a chi può fare bene tutto questo. E tanto mi basta. Scusate l'asciugo, buona domenica".
Lo psichiatra: "Un atto di coraggio" - Massimo Di Giannantonio, presidente della Società italiana di psichiatria, definisce quanto fatto da Fedez "atto di coraggio". "Un atto che rappresenta una condivisione del dolore ma anche, e soprattutto, una forma del tutto particolare di 'educazione sanitaria' nei confronti di altri malati che, al contrario di un personaggio come Fedez, pur vivendo la stessa situazione possono avere meno strumenti per elaborare l'impatto e le conseguenze psicologiche della malattia che si trovano a dover affrontare". "Fedez - prosegue -, nel suo essere personaggio pubblico, ha avuto il coraggio di rendere pubbliche e visibili le proprie emozioni, che sono emozioni comuni a tutti coloro che ricevono notizie di questa drammaticità. E l'idea di mettere al corrente il grande pubblico che si possono avere emozioni estreme, e definire tali reazioni come potenzialmente comuni, è un fatto che implica una 'educazione' dell'opinione pubblica stessa e, al tempo stesso, il messaggio che viene lanciato è che superato il primo impatto con la malattia tutto può concorrere a ridimensionare e controllare l'esito drammatico della notizia ricevuta".