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Palermo, arrestato per associazione mafiosa il candidato di FdI Francesco Lombardo

A svelare la richiesta di appoggio elettorale è stato un trojan piazzato nel telefono del boss Vincenzo Vella. Fratelli d'Italia: "Ci costituiremo parte civile". Lagalla: "I partiti chiedano le dimissioni degli impresentabili o mi dimetto io"

agenzia

La polizia ha arrestato con l'accusa di scambio elettorale politico-mafioso il candidato al Consiglio comunale di Palermo di Fratelli d'Italia, Francesco Lombardo, e il mafioso Vincenzo Vella, boss di Brancaccio, già condannato tre volte per mafia. L'aspirante consigliere comunale, il 28 maggio, avrebbe incontrato il mafioso per chiedere sostegno alle elezioni di domenica. L'inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Guido.

A svelare la richiesta di appoggio elettorale che Lombardo avrebbe fatto a Vincenzo Vella, mafioso della "famiglia" di Corso dei Mille, è stato un trojan piazzato nel telefono del boss, da poco scarcerato per un cavillo dopo una condanna a 20 anni per associazione mafiosa.

Il 28 maggio Lombardo sarebbe andato a trovare Vella nel suo negozio di ortofrutta e avrebbe chiesto voti per le elezioni comunali di domenica prossima. La polizia ha immediatamente trasmesso l'intercettazione alla Procura che ha chiesto al gip la custodia cautelare in carcere per entrambi. Un'inchiesta svolta in tempi serratissimi, come quella che due giorni fa ha portato in cella il candidato di Forza Italia al Comune Pietro Polizzi e il costruttore mafioso Agostino Sansone. Identiche le accuse per i 4 indagati: scambio elettorale politico-mafioso.

Fratelli d'Italia: "Ci costituiremo parte civile" - Sul caso Lombardo Fratelli d'Italia "ha già dato mandato ai propri legali di costituirsi come persona
offesa dal reato, riservandosi di costituirsi parte civile qualora l'ufficio della Procura eserciti l'azione penale". Lo comunica in una nota il partito di centrodestra, aggiungendo: "Chiunque si avvicini a Fratelli d'Italia deve sapere che la criminalità organizzata è il nostro primo nemico".

Lagalla: "I partiti chiedano le dimissioni degli impresentabili o mi dimetto io" - Casi come quello di Lombardo "dimostrano che non è la mafia a condizionare la politica, ma singole mele marce che cercano ipotetiche scorciatoie elettorali", ha commentato il candidato sindaco di Palermo del centrodestra Roberto Lagalla. "Adesso basta, a breve la Commissione nazionale antimafia diramerà la lista degli impresentabili. Chiederò ai partiti le dimissioni di quanti, eventualmente eletti, risultino avere legami con Cosa nostra. Se ciò non avverrà sarò io a rassegnare le dimissioni da primo cittadino di Palermo".

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