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Femminicidi a Vicenza, svolta nelle indagini: il killer ha ucciso prima l'ex compagna e poi l'ex moglie

Si è recato dalla sua seconda vittima con il corpo della prima nell'auto 

Vicenza, uccide l'ex e la nuova compagna e poi si toglie la vita

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Svolta nelle indagini sul doppio femminicidio avvenuto mercoledì a Vicenza. Secondo quanto emerge dalla ricostruzione degli investigatori, il bosniaco Zlatan Vasiljevic ha sparato prima all'ex compagna Gabriela Serrano poi, con il cadavere della donna auto, si è diretto dalla ex moglie Lidia Miljkovic e ha ucciso anche lei. Successivamente, si è tolto la vita. Vasiljevic e Serrano si erano lasciati da alcuni mesi. "La loro relazione si era interrotta a causa delle violenze a cui Vasiljevic l'aveva sottoposta", ha detto l'avvocato della donna.

La dinamica - Mercoledì, Vasiljevic ha chiamato di primo mattino l'ex compagna Serrano e l'ha spinta a raggiungerlo da Rubano (Padova) a Vicenza con la sua auto. Dopo essere salito sulla vettura, l'uomo si è diretto verso il quartiere Vigogna di Vicenza e qui ha ucciso Gabriela con un solo colpo alla nuca.

Con il corpo della donna nell'auto è arrivato in via Vigolo e ha atteso l'arrivo dell'ex moglie. Quando ha visto Miljkovic non ha avuto esitazioni: l'ha uccisa a colpi di pistola. Compiuto il doppio omicidio, si è diretto verso la tangenziale di Vicenza e si è suicidato con la stessa pistola, detenuta illegalmente.

Vicenza, i due omicidi di Zlatan Vasiljevic: la ricostruzione

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Serrano denunciò l'ex marito per violenze - Gabriela aveva avuto un passato simile a quello di Lidia. Lo racconta il suo avvocato, Alessandra Neri. La venezuelana, a causa dei maltrattamenti subiti dall'ex coniuge, aveva ottenuto dalla Procura di Padova un ordine di protezione con divieto di avvicinamento. L'ex marito si trova attualmente il Spagna e sarà sentito a breve dagli investigatori. "È strano che lei abbia accettato di raggiungere l'omicida - osserva la legale - perché la loro relazione si era interrotta a causa delle violenze a cui Vasiljevic l'aveva sottoposta, e prima di lui il marito".

Il questore di Vicenza Paolo Sartori ha nel frattempo riferito altri particolari sull'epilogo della strage. Gli artificieri sono intervenuti perché temevano che nell'auto, di proprietà del marito di Gabriela, in cui è stato ritrovato il corpo dell'omicida insieme al cadavere della venezuelana, ci potessero essere delle trappole esplosive. All'interno della vettura non sono state rinvenute. In compenso gli investigatori vi hanno trovato due pistole e quattro caricatori. Vasiljevic aveva ancora in pugno l'arma con un colpo in canna con la quale si era suicidato e con la quale presumibilmente ha ucciso Gabriela.

Dentro la vettura sono stati ritrovati più di due bossoli, un particolare che fa ritenere che contro Gabriela, a parte il proiettile alla nuca che l'ha uccisa, sia stato sparato almeno un altro colpo. Per ragioni di sicurezza, prima di ritrovare morto Vasiljevic, la questura aveva trasportato negli uffici di Polizia sia i figli dell'uomo che i suoceri, temendo una strage.

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