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Il grano ucraino rubato dai russi in viaggio verso l'Africa: arrivano le prime conferme

Mosca nega visto che la merce si trova sui "loro territori" e chiede di allentare le sanzioni. Ma Kiev fa muro: "Sono dei ladri". Von der Leyen: "Anche il grano è un'arma nell'arsenale di Putin"

L'emergenza grano: quanto ci costa e le possibili soluzioni

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L'emergenza alimentare mondiale causata dal blocco del grano ucraino diventa un'arma nelle mani di Putin. Kiev accusa apertamente Mosca di rubare il grano per poi andarlo a rivendere. Quella che inizialmente sembrava propaganda, inizia a trovare le prime conferme: sono i treni che per la prima volta dopo 8 anni stanno transitando dal Donbass verso la Crimea. Convogli carichi di grano che arrivano in Russia e poi da lì via nave partono verso l'Africa e il Medio Oriente.

Lo ha detto pubblicamente il capo dell'amministrazione militare-civile di Zaporizhzhia, Evgenij Balitskij: "Inviamo grano attraverso la Russia, i principali contratti sono stati conclusi con la Turchia. I primi treni sono già passati attraverso la Crimea, sono diretti in Medio Oriente".

Gli Stati Uniti "avvertono" i Paesi compratori - E nelle scorse settimane gli Stati Uniti, allertati dall'intelligence, avevano avvertito i possibili compratori. Navi russe cariche di grano rubato all'Ucraina in viaggio verso l'Africa. Un messaggio per far capire agli acquirenti che la transazione non sarebbe affatto gradita. Ma i 14 Paesi a cui il messaggio ufficiale è stato inviato non hanno molte scelte visto che sono in piena emergenza alimentare. Indispettiranno Washington ma acquisteranno da Putin in grano a un buon prezzo.

Già 500mila tonnellate portate via - Secondo Washington i soldati russi hanno già fatto partire dall'Ucraina almeno 500mila tonnellate di grano per un valore di 100 milioni di dollari. Tutto arrivato in Crimea per poi essere portato via attraverso le navi. Ed è solo l'inizio.

Il ricatto dei russi: via le sanzioni - Nel frattempo la diplomazia è al lavoro per aprire un corridoio alimentare. Da Mosca arrivano però condizioni importanti che al momento non sembrano accettabili come l'allentamento delle sanzioni. Una richiesta sponsorizzata dalla Turchia, membro della Nato che sin dall'inizio ha deciso di non applicare misure punitive per "mantenere una posizione equilibrata" e salvaguardare i rapporti politici e commerciali con la Russia. Ma Kiev fa muro: "La vera causa di questa crisi - ha ribadito il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba - è l'aggressione russa, non le sanzioni". A rilanciare le accuse di furto di grano ci ha pensato il presidente del Parlamento di Kiev, Ruslan Stefanchiuk, davanti alla plenaria del Parlamento europeo, dove anche la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha denunciato che "il cibo è diventato parte dell'arsenale del terrore del Cremlino".

Dai porti ucraini passati sotto il controllo russo le esportazioni sono invece pronte a riprendere. Dopo la partenza dei primi cargo nei giorni scorsi da Mariupol, "alla fine di questa settimana" navi cariche di grano prenderanno il largo da quello di Berdyansk, riaperto dopo lo sminamento delle acque. "In realta' -  ha fatto sapere Vladimir Rogov, membro dell'autoproclamata amministrazione locale - qui c'è molto grano, tutti gli elevatori sono pieni". I russi non negano insomma l'accaparramento del grano ucraino, considerandolo ormai loro. Come conferma anche il capo dei separatisti di Zaporizhzhia, Yevgeny Balitsky, secondo cui i cereali dalla regione sono gia' partiti per il Medio Oriente in treno "attraverso la Crimea".

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