Giornata Mondiale degli Oceani, “vita e mezzo di vita”
L’8 giugno il mondo celebra i suoi “polmoni blu”, la più grande risorsa di ossigeno del Pianeta sempre più in pericolo
Gli oceani ricoprono il 70% della superficie del Pianeta, eppure sono meno conosciuti di Marte o della Luna. Un luogo misterioso e immenso, fondamentale per la vita ma purtroppo sempre più in minacciato.
Proprio per riflettere sui benefici dei grandi mari e sulla necessità di agire per la loro salvaguardia è nata la Giornata Mondiale degli Oceani. Istituita a Rio de Janeiro nel 1992 durante un vertice sull’ambiente, è stata poi ufficialmente riconosciuta dalle Nazioni Unite nel 2008.
Il tema scelto per l’edizione 2022 è “L’Oceano: vita e mezzo di vita”, titolo che riporta subito agli ecosistemi oceanici e alle loro innumerevoli forme di vita, oltre al legame tra gli oceani e l’umanità.
I mari di tutto il mondo ospitano l’80% della biodiversità globale. Cetacei, grandi predatori, ma anche minuscole alghe e microorganismi come il fitoplancton. In totale sono state classificate circa 200mila specie viventi, ma si stima che ce ne siano ancora 1-2 milioni che non sono mai state viste e studiate. Così come poco conosciuti sono il ruolo degli oceani e i problemi da cui sono afflitti. Il 50% dell’ossigeno che respiriamo proviene proprio dal mare, prodotto dal fitoplancton. Si tratta del vero polmone del Pianeta, molto più della stessa Amazzonia. Sempre dagli oceani viene anche assorbita la gran parte dell’anidride carbonica, un ciclo fondamentale per la salute di tutta l’umanità. Senza dimenticare che dall’oro blu dipendono il benessere e l’economia di milioni e milioni di persone.
Eppure tutti noi ignoriamo molti dei fattori che minacciano questi ecosistemi. Diversamente da problemi evidenti come le microplastiche e la pesca intensiva, ce ne sono altri nascosti ma altrettanto pericolosi. Ad esempio l’acidificazione dell’acqua. Rispetto a 300 anni fa il pH dei mari è del 25% e il dato tende ad aumentare con una velocità eccessiva, come non era mai accaduto in 300 milioni di anni. O ancora, l’aumento delle zone prive di ossigeno, cresciute di quattro volte in 50 anni.
È quindi fondamentale usare giornate come questa per conoscere meglio le nostre risorse e soprattutto per imparare a prendercene cura. In ballo c’è il futuro non solo degli oceani, ma dell’intero Pianeta.
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