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A Golfo Aranci rinasce la foresta di Posidonia oceanica  

Il progetto di ZeroCO2, startup italo-guatemalteca che sviluppa attività di riforestazione ad alto impatto sociale, e Worldrise, onlus attiva per la conservazione e la valorizzazione dell'ambiente marino

Tgcom24

Si tratta di un progetto di ricerca applicata nell’incantevole scenografia di Golfo Aranci in Sardegna: la riforestazione della Posidonia, pianta marina che cresce solo nel Mediterraneo ed è di fondamentale importanza per l’equilibrio ecologico ma è anche uno degli ecosistemi più minacciati del pianeta. Inquinamento, pesca a strascico, ancoraggio ma anche sovrasfruttamento dei fondali e riscaldamento globale sono tra i principali nemici di questa pianta che ha le fondamentali funzioni di assorbire CO2, produrre ossigeno e mitigare l’acidificazione delle acque, senza contare che centinaia di specie trascorrono tra le sue foglie le fasi iniziali della propria vita. Da qui l’iniziativa che vuole essere pratica e vuole sensibilizzare e fare da esempio: ripristinare 100 metri quadri di prateria marina mettendo a dimora 2500 piante utilizzando stuoie biodegradabili in fibra di cocco.

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Il progetto di riforestazione marina che hanno messo in piedi Worldrise e ZeroCO2 consiste nel ripristino di un ecosistema importantissimo, la Posidonia oceanica. Una pianta marina che ha un ruolo veramente fondamentale per la salute del Mediterraneo: ne salvaguarda la biodiversità, aiuta a combattere la crisi climatica e diminuisce anche l’erosione costiera” spiega Mariasole Bianco, Presidente di Worldrise Onlus.

Negli ultimi cinquant’anni è stato perso circa il 34% di Posidonia in tutto il Mediterraneo. Da qui l’importanza anche simbolica di questa prateria reimpiantata in 10 stuoie da 10 metri quadri. Il polmone verde del Mediterraneo ringrazia. La firma è di cinque sommozzatori sotto la direzione di Stefano Acunto dell’International School for Scientific Diving, dell’amministrazione locale con il supporto della Regione Sardegna e della Guardia Costiera, di Wordrise Onlus e di ZeroCO2, che è uscita leggermente dal proprio ambito, ma in realtà neanche più di tanto.

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Noi piantiamo alberi in giro per il mondo, in America Latina, Africa ed Europa. Ora siamo dovuti andare sott’acqua e quindi per farlo buona parte del team qualche mese fa ha scelto di prendere un brevetto di subacquea. Noi siamo abituati e ci piace mettere le mani nella terra mentre questa volta le abbiam dovute mettere nella sabbia ma è stato comunque molto entusiasmante” racconta Andrea Pesce, fondatore di ZeroCO2.

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