Pac-Man, il videogioco creato da Toru Iwatani, è sicuramente una delle opere più importanti della storia del nostro hobby, nonché uno dei personaggi più famosi di sempre, divenuto una vera e propria icona "pop" utilizzata praticamente ovunque, sia nell'originaria forma "pixellata", sia nelle varie interpretazioni con braccia e gambe. Quello che è poco noto è che a partire dallo strabordante successo dell’originale Pac-Man del 1980, Taito ha fatto di tutto per mantenere la sua gallina dalle uova d’oro sulla cresta dell’onda, proponendo nel tempo diverse varianti.
Tra le più famose c’è il bellissimo Pac-Land, vero e proprio platform game del 1984 che stravolge completamente il gameplay mantenendo in pratica solo i personaggi principali del gioco originale.
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Una delle più riuscite re-interpretazioni del classico schema di gioco di Pac-Man - ovvero quello con labirinto, pillole da mangiare e fantasmini lanciati all’inseguimento - arriva invece nel 1987, quando la pallina gialla mangiatutto mancava dagli schermi ormai da un paio d’anni. L’idea di Taito fu quella di riprendere proprio il gioco originale e attualizzarlo un po’ per renderlo nuovamente appetibile in sala giochi: un’operazione per nulla banale in un mercato dei videogame in rapidissima espansione.
E chi meglio di suo padre, Toru Iwatani stesso, poteva dare nuovo lustro a Pac-Man? Ecco dunque arrivare nelle sale giochi Pac-Mania, versione isometrica che, grazie alla nuova impostazione grafica, permette a Pac-Man e ai suoi amati-odiati fantasmini di risplendere in una stilosa nuova interpretazione visiva: mai stati così definiti e solidi, pur mantenendo l’aspetto simpatico e pacioccoso che ha fatto innamorare sin dal debutto del 1980.
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Anche i labirinti, nella loro guadagnata tridimensionalità, risultano leggibili e belli da vedere, così pieni delle classiche pilloline gialle. Non solo: la nuova impostazione ha permesso ai grafici di sbizzarrirsi con dei cambi di “scenario” da un livello e l’altro. I labirinti guadagnano così non solo nuove conformazioni ma anche interessanti e colorate varianti, sulle quali spicca un livello interamente costruito coi classici mattoncini LEGO (senza licenza, ovviamente).
Migrato con successo il gioco sotto il profilo grafico, restava da introdurre qualche novità che svecchiasse il gameplay sempre apprezzabile ma un tantino datato. Ecco dunque l’introduzione, in stile uovo di Colombo, di una caratteristica tanto semplice quanto efficace: il salto. Premendo un tasto infatti la nostra pallina mangiona spicca un balzo utile per evitare i fantasmini, dando così al gameplay uno strato di profondità aggiuntivo che si sposa molto bene col classico gameplay di Pac-Man.
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Nel gioco compaiono sporadicamente altre tipologie di super-pillole che, ad esempio, aumentano la velocità di Pac-Man. E i poveri fantasmini? Per fortuna anche per loro c’è qualche novità: ad esempio, il loro numero sale a cinque e ci sono anche un paio di nuovi amichetti capaci di saltare a loro volta, e così il livello di difficoltà aumenta labirinto dopo labirinto. A supportare ulteriormente questa lista di novità troviamo infine una simpatica colonna sonora scritta da Junko Ozawa, a modo suo una bella novità riguardo Pac-Man.
Pac-Mania ha il successo sperato e diventa gettonatissimo nelle sale giochi di tutto il mondo: come tale, ecco arrivare le immancabili conversioni su praticamente ogni sistema disponibile, dagli home computer come Commodore 64 e Amiga alle console. La qualità media di queste conversioni, complice anche la relativa semplicità del gioco, è piuttosto elevata e Pac-Mania conquista così anche diverse classifiche di vendita.
E se voleste provare oggi questa simpatica variante isometrica di Pac-Man? Facile: il gioco è incluso in numerose raccolte, compresa la recentissima Pac-Man Museum + che include, tra gli altri, anche il già citato Pac-Land. Un’ottima occasione per un bel ripasso, vero?