I videogiochi sono diventati ormai imprescindibili non solo per quanto riguarda il settore dell’intrattenimento, ma persino nel trattamento di particolari patologie e stati di salute. Uno studio americano suggerisce che potrebbero costituire una valida terapia persino per i bambini affetti da disturbi dello spettro autistico, aiutandoli a migliorare le proprie abilità sociali. Secondo la ricerca pubblicata sulla rivista "Journal of Autism and Developmental Disorders" dell’Università di Yale, gli interventi basati sui videogiochi potrebbero costituire un'alternativa economica, semplice ed efficace al trattamento faccia a faccia nei confronti dei bambini autistici.
Molti di questi, infatti, riscontrano notevoli difficoltà proprio nelle abilità sociali, il che può portare a effetti negativi come l'isolamento e il rifiuto sociale, espondendoli a un rischio maggiore di ansia e depressione.
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Gli interventi consistono spesso nella costruzione di tali abilità, con l’ausilio di una miriade di tecniche differenti. Precedenti ricerche avevano già sperimentato l'uso dei videogiochi come strumento alternativo alle terapie tradizionali, mentre questo studio tenta di affrontarne i limiti ampliando la letteratura su questo argomento. Lo studio, intitolato "Randomized Controlled Trial of a Video Gaming-Based Social Skills Program for Children on the Autism Spectrum", è stato redatto dai ricercatori Renae Beaumont, Hugh Walker, Jonathan Weiss e Kate Sofronoff.
Beaumont e colleghi hanno dunque analizzato un campione di bambini tra i 7 e i 12 anni del Queensland con disturbo dello spettro autistico, per un totale di 70 bambini, di cui 60 maschi e 10 femmine. I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale al gruppo che doveva dedicarsi al videogioco che ne metteva alla prova le abilità sociali intitolato Secret Agent Society, o a quello di controllo che consisteva in un gioco simile senza alcuna componente socio-emotiva. Durante la somministrazione del test, i bambini hanno dovuto astenersi da altri trattamenti.
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Ai genitori è stato chiesto di valutare i propri figli sulle abilità sociali, la regolazione emotiva, il comportamento, l'ansia e la soddisfazione per il programma. I partecipanti hanno completato dieci settimane di programma e sei settimane dopo hanno completato le misure di follow-up. I risultati hanno dimostrato che l'intervento sulle abilità sociali ha avuto successo: i bambini in questa condizione hanno mostrato miglioramenti significativamente maggiori nelle loro capacità sociali ed emotive. Questi risultati positivi sono stati mantenuti durante il follow-up un mese e mezzo dopo.
Anche i genitori dei bambini nella condizione di controllo hanno notato miglioramenti, ma con risultati inferiori a quelli registrati dal gruppo sperimentale, evidenziando una riduzione dei problemi comportamentali. Sebbene questo studio abbia fatto passi avanti per capire se il trattamento sociale ed emotivo basato sui videogiochi sia efficace, presenta ancora dei limiti come i test precedenti. In primo luogo i genitori, scelti come valutatori, sono stati suscettibili di pregiudizi. Inoltre, il campione è stato suddiviso in modo molto disomogeneo tra i sessi, il che potrebbe aver originato risultati distorti.
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"Continua a esserci un bisogno pressante di supporti innovativi per le abilità sociali dei bambini nello spettro autistico, e la somministrazione remota basata su computer può essere un'opzione valida", hanno concluso i ricercatori. “Tali interventi si sono rivelati ancora più critici durante crisi globali come la pandemia da Covid-19, dove c'è stato un disperato bisogno di terapie a distanza basate su prove di efficacia che potevano essere fornite senza il rischio di un contatto di persona. L'uso di interventi per l'infanzia basati su videogiochi ha in ogni caso il potenziale per migliorare significativamente l'economicità e l'accessibilità dei servizi d'intervento".