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Assalto a Capitol Hill, incriminato per cospirazione il leader dei Proud Boys

Enrique Tarrio e altri quattro vertici del gruppo paramilitare ricevono una delle accuse più dure e aggressive mosse dal Dipartimento di Giustizia

Afp

Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha incriminato Enrique Tarrio, capo dei Proud Boys, gruppo paramilitare di estrema destra, e altri quattro leader di cospirazione sediziosa per l'assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021. Si tratta delle accuse più dure e aggressive mosse finora contro i Proud Boys e le prime che hanno attribuito al gruppo il tentativo di opporsi con la forza al pacifico trasferimento del potere dopo la vittoria di Joe Biden alle presidenziali.

Tarrio e gli altri coimputati (Joseph Briggs, Ethan Nordean, Zachary Rehl e Dominic Pezzola) si erano dichiarati non colpevoli della precedente lista di accuse. Gli sviluppi arrivano dopo che Charles Donohoe, un "Proud Boy" della Carolina del Nord, si è dichiarato colpevole ad aprile e ha accettato di collaborare alle indagini.

Nonostante Tarrio non si trovasse a Washington il 6 gennaio 2021, l'accusa ha spiegato che "ha comunque guidato la fase di pianificazione, rimanendo in costante contatto con gli altri membri del gruppo durante l'assalto".

Chi è Noah Green, l'attentatore di Capitol Hill

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Un giovane di 25 anni, originario dello Stato dell'Indiana e seguace di una setta islamica: è questo il profilo di Noah Green, l'uomo che è stato ucciso dalla polizia americana per aver compiuto un attentato a Capitol Hill, uccidendo un agente. Dalla sua pagina Facebook emerge come il 25enne sia un seguace della Nation of Islam, un movimento afroamericano nato nel 1930, con sede a Detroit, che si autodefinisce "setta islamica militante". Sul social sono stati trovati anche alcuni post in cui l'aggressore lamentava di aver perso il posto di lavoro, definendosi in cerca di una guida spirituale.

Il Dipartimento di Giustizia ha intentato un'altra causa sediziosa di cospirazione contro i leader degli Oath Keepers, accusati di aver pianificato ampiamente le violenze del 6 gennaio.

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