A circa due settimane dall’inizio della Maturità 2022, gli studenti giocano d’anticipo. In questo periodo, caratterizzato da interrogazioni e verifiche finali, c’è chi non intende perdere tempo e già si concentra sulla preparazione dell’esame, ormai imminente. Più di 1 su 3 ha infatti già iniziato il ripasso da alcune settimane, dedicando i pomeriggi di studio quasi esclusivamente agli argomenti oggetto dell’esame, mentre un’altra fetta consistente (circa 1 su 5) racconta di aver iniziato a farlo da poco. A segnalarlo è una rilevazione condotta dal portale Skuola.net, su un campione di 1.500 maturandi, con l’obiettivo di tastare il polso della preparazione in avvicinamento all’esame di Stato.
L'orale è il passaggio che preoccupa di più i maturandi
Entrando nel vivo delle prove, se negli ultimi mesi gli studenti avevano palesato una certa insofferenza per il ritorno degli scritti, almeno per il momento questi non sembrano essere la loro principale fonte di preoccupazione. Parola di chi ha cominciato con il ripasso: la maggior parte (38%) si sta focalizzando soprattutto sulla preparazione del colloquio orale. Questo non vuol dire, però, che le prove scritte sono state dimenticate. Ma, visto che il colloquio da solo può valere fino a 25 punti, tanto quanto gli scritti messi insieme, il “peso” in termini di punteggio sembra guidare le priorità nella preparazione dei maturandi. Solo un quarto dei ragazzi (25%) preferisce approfondire autori e tematiche che potrebbero uscire alla prima prova, che può pesare fino a 5 punti in più dell’altra; ancora meno (19%) dimostra di temere più di ogni altra cosa il secondo scritto, mettendo in cima alle priorità proprio il programma della materia d’indirizzo oggetto della prova. Il 18%, infine, sta dando la medesima “attenzione” a tutti i passaggi dell’esame.
Il supporto dei docenti c'è stato, nonostante le difficoltà
Fortunatamente, però, gli studenti non sono soli in questa missione. I loro docenti hanno svolto attivamente la loro parte, proponendosi come “ancora di salvezza” per i futuri diplomandi. E, a quanto pare, nella fase di vero avvicinamento all’appuntamento in tanti hanno risposto “presente”. Lo testimonia il fatto che 1 maturando su 3 valuta “abbastanza alto” il supporto fornito dai propri insegnanti nella preparazione degli esami, mentre il 22% dà il massimo dei voti all’impegno profuso dai docenti, giudicandolo “molto alto”. D'altro canto, però, c’è una notevole percentuale di ragazzi - quasi la metà - che ritiene scarso (30%) se non addirittura “nullo” (15%) il sostegno garantito dai propri insegnanti.
La corsa all'ultimo voto complica i piani
A giocare un ruolo decisivo nell’assenza di supporto da parte dei docenti, probabilmente, è la corsa all’ultima verifica che, da tradizione, contraddistingue le settimane finali di scuola, anche per gli alunni di quinto superiore. A maggior ragione in questi anni, in cui la didattica in presenza svolta spesso “a intermittenza” ha rallentato le normali attività, interrogazioni e compiti in classe compresi. Così, molti prof hanno sfruttato ogni momento utile. Non a caso, la maggioranza degli studenti - oltre 7 su 10 - riporta che, nell’ultimo periodo, i docenti si sono soffermati molto di più (39%) se non addirittura in modo esclusivo (33%) sugli ultimi voti da assegnare anziché sull’esame in sé. Il 22%, invece, in classe si è potuto dedicare soprattutto alla Maturità. Ma appena il 6% ha avuto la fortuna di poterlo fare in modo quasi esclusivo.
In molti faranno le prove "al buio"
Di conseguenza, non è stato molto lo spazio che negli scorsi mesi è stato dato a una delle attività fondamentali per una buona preparazione all’esame: le simulazioni. Il ritorno degli scritti, dopo due anni di stop, avrebbe dovuto consigliare un “allenamento” intensivo su queste prove, sotto la supervisione degli insegnanti delle materie protagoniste. Ma le cose, spesso, sono andate diversamente. Solo il 35% dice, ad esempio, di aver svolto frequentemente simulazioni dello scritto di italiano; mentre il 39% afferma di averne fatta una soltanto in tutto l’anno. Anche per questo, forse, in tanti - oltre 1 su 2 - stanno preparando la prova per conto proprio, concentrandosi su esercizi di scrittura in alcuni casi (28%) o con letture assidue (25%) in altri. Ciononostante, le sensazioni degli studenti non sono buone: il 46% ha paura di ritrovarsi vittima della cosiddetta sindrome da “pagina bianca” e di non riuscire a svolgere la prova.
Ma è sulla seconda prova che si addensano le nubi più scure: appena il 27% degli studenti dice di avere svolto più di una simulazione sulla materia oggetto dello scritto di indirizzo, mentre il 34% ha rivelato di averne fatta solo una. Qui, perciò, la preparazione individuale diventa cruciale. E, infatti, oltre 2 su 3 si stanno avvicinando alla prova “regina” in modo autonomo, tramite lo svolgimento di esercizi (29%) o ripassando gli argomenti cardine (40%). Quasi uno su tre (31%), però, non ha ancora studiato nulla in vista della seconda prova. Anche qui, comunque, l’approccio alla prova non è dei più incoraggianti. Il malessere è protagonista: il 50% dei maturandi teme di svolgere un compito al di sotto della sufficienza, mentre solo il 18% si dice piuttosto convinto delle proprie capacità.
Infine il colloquio orale che, come visto, è tra i principali spauracchi dei maturandi. D’altronde, l’esposizione orale, specie di fronte ad un’intera commissione, può rivelarsi piuttosto impegnativa e, in presenza di una forte ansia da prestazione, potrebbe risultare come uno scoglio difficile da superare. Nonostante questo, però, i docenti sembrano riservare alla prova poca attenzione, se consideriamo che il 42% degli studenti intervistati non ha mai svolto una simulazione di colloquio. A qualcuno altro è andata decisamente meglio, avendo avuto la possibilità di simulare la prova orale con tutto il corpo docente: è stato così per il 28% dei maturandi. Un altro 30% l’ha potuto fare solo con una parte di essi. Non stupisce quindi che il maggior numero di maturandi si stia concentrando in autonomia prevalentemente proprio sul colloquio, magari per sopperire a questa “assenza” da parte della scuola.
“Prima o poi le prove scritte sarebbero dovute tornare, ma un altro anno di attesa avrebbe sicuramente fatto comodo a studenti e docenti: infatti la Maturità non si improvvisa, gli scritti dell’esame sono talmente peculiari in termini di complessità e durata che uno dei modi più efficaci per allenarsi è attraverso delle simulazioni con tracce e tempi del tutto simili a quelle d’esame. Purtroppo quest’anno - tra quarantene causa Covid, Dad e formalizzazione del format d’esame a marzo inoltrato - il tempo per svolgerle è stato davvero esiguo: così solo uno su 3 ne ha potute fare diverse, mentre quasi altrettanti sono fermi a quota zero. Per questi sarà necessario ricorrere al fai da te”, commenta Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net