Cercasi bagnino. E' il grido d'allarme lanciato da molti stabilimenti balneari italiani, con l'inizio di stagione ormai alle porte. Il sindacato balneari di Confcommercio denuncia che, dalla Versilia alla Campania, dal Circeo al Salento, mancano all'appello almeno 3-4 mila guardaspiaggia. In pratica, tra il 30 e il 40 per cento dei bagnini che servirebbero a livello nazionale non si trova.
Un problema non da poco, sottolinea il Messaggero, considerato che per poter accogliere i clienti ogni stabilimento deve poter garantire (in media) un assistente bagnanti ogni cento metri di arenile. Di fatto, un rischio stop per le spiagge. Per correre ai ripari, nel Lazio si stanno perfino organizzando corsi gratuiti per formare bagnini last-minute. "Con il lockdown il rilascio dei brevetti si è interrotto - spiega Marzia Marzoli, vicepresidente regionale Sib -. Senza nessuno che sorvegli le coste, molti stabilimenti ora temono di non poter aprire".
Pochi bagnini anche all'ombra del Vesuvio. In Campania, secondo il Sib, "mancano 2.500 bagnini su circa 1.200 stabilimenti". "Nelle aziende a gestione familiare - spiega Mario Morra del Bagno Elena a Posillipo - si cerca di rimediare mettendo al lavoro un parente". Ma qual è il motivo di tanta penuria? "Tanti giovani chiedono di non lavorare nel weekend - risponde Morra - cioè nei giorni in cui ne avremmo più bisogno. Anche il reddito di cittadinanza incide molto, ma non spiega da solo questo esodo dal lavoro".