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Ucraina, anche i delfini "vittime di guerra": centinaia di esemplari feriti o uccisi da "sonar militari" nel Mar Nero

Sulle coste di Bulgaria, Romania, Turchia e Ucraina si sarebbero riversati una grande quantità di cetacei con ustioni compatibili con ferite provocate da esplosioni di bombe

ufficio stampa

"Centinaia" di delfini sono stati trovati feriti o uccisi "da potenti sonar militari" nelle acque del Mar Nero. La denuncia arriva da Atanas Rusev, capo della campagna bulgara "Save the Dolphins", che su Facebook ha dedicato un post ai cetacei "vittime della guerra". Gli animali feriti si sarebbero riversati sulle coste di Bulgaria, Romania, Turchia e Ucraina.

Neppure la popolazione del mare è al riparo dalla guerra. Secondo gli attivisti, molti dei delfini ritrovati a riva senza vita riportano anche evidenti segni di ustioni provocate da esplosioni di bombe. Altri avrebbero subito lesioni interne che avrebbero compromesso gravemente la loro capacità di orientamento. Gli esemplari arrivati vivi sulle coste bulgare appaiono deboli e denutriti, dallo spessore dello stato adiposo sembra non abbiano potuto mangiare per almeno 10 giorni.

Putin schiera i delfini da guerra: pattugliano i fondali della Crimea

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Un'arma davvero particolare quella che Vladimir Putin ha scelto di schierare in Crimea: due delfini "soldato" pattugliano i fondali del porto di Sebastopoli, base della Flotta russa del Mar Nero colpita al cuore con l'affondamento della sua ammiraglia, la Moskva. A ricostruire il ruolo dei due mammiferi nella difesa della flotta russa da attacchi sottomarini l'Istituto navale americano (Usni), sulla base di immagini satellitari. Potrebbe trattarsi di due esemplari addestrati dagli ucraini ma finiti in mano russa nel 2014. Mosca ne avrebbe poi reclutato altri 5 da schierare nell'area. I militari russi avrebbero sviluppato un sistema per convertire il segnale eco dei delfini direttamente nella strumentazione di controllo rendendoli utili nel tracciamento in tempo reale di mine o qualsiasi oggetto in movimento sott'acqua. La base di Sebastopoli è decisamente protetta, nella baia si può percepire nitidamente un sibilo che viene sparato per impedire anche l'avanzata degli incursori subacquei. I delfini rappresenterebbero un livello accresciuto di allerta. Una strategia militare non nuova. Una balena "russa" è stata avvistata nel 2019 davanti alle coste norvegesi. Anche gli Stati Uniti hanno avviato il primo programma di addestramento di animali marini durante la guerra del Vietnam e ora sarebbero centinaia i "soldati" delle acque. Anche se l'animale da guerra più celebre degli ultimi anni resta un pastore belga: l'agente speciale K-9, che ha guidato con il suo fiuto il raid americano nel quale è stato annientato il leader dell'Isis Abu Bakr al Baghdadi, scovato nei sotterranei del suo bunker.

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