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Treviso, il padre è violento: il tribunale ordina che il bambino porti solo il cognome della madre

Per la Corte d'Appello potrebbe inficiare sul corretto sviluppo psicofisico del bambino. In primo grado l'uomo aveva ottenuto che sull'atto di nascita comparisse il suo cognome

Pagina ufficiale Tribunale Treviso

La Corte d'Appello ha deciso di assegnare a un bambino, figlio di una studentessa trevigiana e un pregiudicato franco-marocchino, solo il cognome della madre e di cancellare quello del padre dall'atto di nascita. Per la corte potrebbe costituire un ostacolo allo sviluppo psico-fisico del bambino. Durante la gravidanza il 31enne avrebbe maltrattato e aggredito fisicamente la ragazza, dimostrando la mancanza di empatia e d'interesse verso il figlio.


Quattro anni fa una studentessa trevigiana, oggi 25enne, era partita per l'Erasmus in Francia dove aveva incontrato un ragazzo di origini marocchine, con il quale aveva iniziato una relazione. Dopo poco però, il rapporto tra i due si sono incrinati perché la studentessa aveva uno stile di vita troppo "occidentale". Durante la deposizione in aula la ragazza ha raccontato di aver ricevuto schiaffi, pugni e persino il lancio di una sedia. La situazione si è poi aggravata quando il 31enne è venuto a conoscenza della gravidanza della donna.

La ragazza riuscì a trovare il coraggio di scappare, tornando in Italia dai genitori, dopo aver subito un pugno sulla pancia che avrebbe potuto causarle l'aborto. Al nascituro ha poi dato il suo cognome, cosa che l'ex compagno non ha accettato e lo ha spinto a trasferirsi in Italia per iniziare una battaglia legale per riconoscere il bambino. In primo grado i giudici aveva deciso a favore del franco-marocchino, obbligando l'anagrafe a indicare sul certificato di nascita la paternità e l'uomo a versare una somma per il mantenimento del bambino.

Nonostante il risultato la ex studentessa non si è arresa e, sul finire di maggio, è arrivata la sentenza in secondo grado che ha ribaltato il primo verdetto. La perizia disposta dai giudici ha fatto emergere che l'uomo non avesse "alcuna capacità genitoriale e alcun attaccamento affettivo ed emotivo nei confronti del bambino". In coda al verdetto anche una sorta di reprimenda nei confronti dei giudici che, in primo grado, non hanno tenuto conto dei precedenti penali e atteggiamenti aggressivi dell'uomo. Disposto anche la cancellazione definitiva del cognome dell'uomo dal certificato di nascita.

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