Il giudice del Lavoro del Tribunale di Napoli ha condannato il Comune partenopeo a risarcire un necroforo (operaio addetto al recupero e al trasporto delle salme) che accusò un infarto mentre trasportava una salma di oltre 120 chili. L'uomo, colto dal malore, è sopravvissuto grazie al ricovero tempestivo in una clinica dove era stato operato di bypass il giorno dopo. A incidere sulla condanna per l'aggravamento di una cardiopatia ischemica, anche la mancata osservanza delle norme di sicurezza, previste per un lavoro di quel tipo.
I fatti risalgono ai primi giorni di gennaio del 2019 quando due operatori comunali furono chiamati a recuperare il cadavere di un uomo, deceduto in un hotel in piazza Garibaldi. Il recupero risultò difficoltoso a causa dell'eccessivo peso: i due provarono comunque a trasportarlo giù per le scale senza l'utilizzo di attrezzature meccaniche e senza l'aiuto di altri due colleghi, come previsto dal regolamento.
Il necroforo, ha raccontato im tribunale come situazioni del genere non fossero una novità nella sua situazione lavorativa e come i numerosi sforzi gli abbiano procurato una cardiopatia ischemica cronica. Dopo un processo durato tre anni il giudice del lavoro ha parzialmente accolto il ricorso della vittima che avrà diritto al rimborso delle spese processuali, oltre ai danni biologici e morali.