Un calo del Pil di 24 miliardi di euro reali che corrisponde a una perdita per ciascuna famiglia italiana pari a 929 euro. Si traduce in questi numeri il "costo" della guerra in Ucraina sul nostro Paese nel 2022. È l'allarme della Cgia di Mestre, secondo cui i più penalizzati saranno i residenti in Trentino Alto Adige (-1.685 euro), in Valle d’Aosta (-1.473) e nel Lazio (-1.279). A livello nazionale, sono previsti rincari dei prezzi del caffè e del pass autostradale, oltre all'aumento già in atto delle bollette di luce e gas.
Le stime della Cgia, ovviamente, sono parziali e suscettibili di cambiamenti specie se la situazione militare subisse un'escalation. In Italia, attualmente, c'è stato un forte rincaro delle bollette di luce e gas, le difficoltà del commercio internazionale da e verso alcuni Paesi, l'impennata dell'inflazione e la difficoltà di reperire molte materie prime.
Le famiglie più penalizzate saranno quelle del Trentino Alto Adige, della Valle d'Aosta e del Lazio. Se le prime risentiranno, principalmente, dell'aumento dei costi energetici, la terza, che è decisamente condizionata dai risultati della provincia di Roma, patirà, in particolar modo, del forte calo dei consumi interni e per l'effetto dell'inflazione sui beni importati (nel biennio 2020-2021 la regione Lazio ha registrato un saldo commerciale negativo di 17 miliardi).
Altrettanto critica la situazione in Veneto (-1.065 euro), in Toscana (-1.059) e in Basilicata (-1.043): nelle prime due la perdita di potere d'acquisto sarà riconducibile, in particolar modo, alla contrazione della domanda interna e ai rincari delle bollette di luce e gas, così come nel Piemonte (-1.039) e in Emilia R. (-1.035).
Per le regioni del Sud, infine, l'effetto della crisi sarà meno "violento"; con costi energetici molto più contenuti, un'economia meno aperta ai mercati internazionali e dimensionalmente più piccola in termini di Pil pro-capite, l'impatto negativo sulle famiglie sarà più contenuto.
Il pericolo che il Paese stia scivolando lentamente verso la stagflazione è molto elevato col rischio, nel medio periodo, di spingere anche la nostra economia verso una crescita pari a zero, con una inflazione che si avvierebbe a sfiorare le due cifre. Uno scenario che potrebbe addirittura rendere pressoché inefficaci i 235 miliardi di euro di investimenti previsti nei prossimi anni dal Pnrr.
L'Ufficio Studi della Cgia fa notare come un eventuale blocco all'importazione di gas russo avrebbe "un impatto pesante" al punto da creare "uno shock su volumi e prezzi". A questo proposito, Assoutenti segnala aumenti a macchia di leopardo sul costo del caffè: il prezzo medio nazionale corre a 1,10 euro contro 1,038 del 2021, con un rincaro del +5,92%.
Inoltre, come riporta Il Giornale, dal primo luglio 7 milioni di utenti italiani subiranno un altro rincaro: quello del Telepass che nella versione "Family" (la più popolare) passerà da 1,26 a 1,83 euro mensili con un aumento del 45,2% spiegato con gli incrementi dei costi sopportato dal gestore Autostrade per l’Italia. Più ridotto l’incremento dell’opzione "Premium" (che prevede servizi aggiuntivi, sconti e un secondo dispositivo) che passerà da 2,10 a 2,38 euro mensili (+13,3%).
Con il braccio di ferro sullo sblocco dei porti del Mar Nero, poi, sono tornati a salire i prezzi del grano e del mais. È quanto sottolinea la Coldiretti che evidenzia gli effetti della richiesta della Russia di superare le sanzioni per consentire il trasporto dei cereali. Richiesta che è stata per adesso rigettata dall'alleanza atlantica e dalla stessa Ucraina. L'emergenza mondiale colpisce l'Italia che è un Paese deficitario e, secondo l'analisi, importa addirittura il 64 per cento del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 53 per cento del mais di cui ha bisogno per l'alimentazione del bestiame.
Studio Allianz Trade: per i prezzi degli alimentari crescita fino al 23% nel 2022 - L'incremento dei prezzi dei generi alimentari è confermato anche da uno studio di Allianz Trade (società del Gruppo Allianz), che prevede "una ulteriore crescita fino a un +23% nel 2022, a causa dell’aumento dei costi delle materie prime come il carburante, l’elettricità e i fertilizzanti. A incidere sui prezzi anche i modesti rendimenti agricoli, che si sono tradotti in basse scorte, e, più recentemente, l'invasione russa in Ucraina, che ha avuto un impatto non solo sulla fornitura di generi alimentari, come grano e petrolio, ma ha anche prodotto effetti sui prezzi dei prodotti sostitutivi.
Secondo il report, l'inflazione alimentare "inciderà sulla spesa del consumatore europeo in media di 243,00 Euro in più, per lo stesso paniere di prodotti alimentari, rispetto al 2021", un dato che per il nostro Paese è leggermente più basso e si ferma a 229 euro in più per la spesa alimentare. “In Italia - afferma Luca Burrafato, Responsabile Paesi Mediterranei, Medio Oriente e Africa per Allianz Trade - tutti i principali beni alimentari acquistati dalle famiglie sono in aumento. La pasta, dal 2021 a oggi, ha segnato il maggior incremento con un +12,5%, olii e grassi sono a +10,3% e le verdure +10%. Seguono, con incrementi appena al di sotto la doppia cifra, la frutta, la carne e le bevande”.